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Autodafé. L'Europa, gli ebrei e l'antisemitismo

Lindau

Torino, 2007; br., pp. 378, ill., cm 14,5x21,5.
(I Draghi).

collana: I Draghi

ISBN: 88-7180-606-9 - EAN13: 9788871806068

Soggetto: Saggi Storici

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.491 kg


Quando si parla di antisemitismo, il pensiero corre alle persecuzioni degli anni '30 e '40 del secolo scorso, sfociate nell'Olocausto. E il confronto con l'oggi porta a concludere che quel problema è stato sostanzialmente superato, o riemerge in forme episodiche e molto circoscritte, che a qualcuno possono sembrare perfino folkloristiche. Ma l'antisemitismo a sfondo razziale, così intimamente associato al nazismo, rappresentò un'aberrazione rispetto all'odio antiebraico che lo aveva preceduto. Tutte le più vecchie forme di pregiudizio antiebraico - dalle dottrine cristiane al disprezzo marxista per gli ebrei, all'ostilità antiebraica di liberali e illuministi - avevano in realtà un altro elemento in comune: per gli antisemiti, gli ebrei avevano "un problema" (di natura religiosa o sociale, o socio-economica, o storica), che era parte della loro identità e che costituiva un ostacolo alla loro piena integrazione nella società. Essi avrebbero potuto "salvarsi" convertendosi, assimilandosi, o unendosi alle forze della rivoluzione. E, in effetti, in tutti quei casi in cui gli ebrei cedettero al doppio ricatto di minacce e lusinghe, ottennero non solo uguaglianza e integrazione, ma spesso alte cariche e importanti onorificenze.

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