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Disegno dell'architettura funebre. Architettura funebre a Napoli

Alinea Editrice

Firenze, 2007; ril., pp. 480, ill., cm 29,5x29,5.
(Saggi e Documenti di Storia dell'Architettura).

collana: Saggi e Documenti di Storia dell'Architettura

ISBN: 88-8125-922-2 - EAN13: 9788881259229

Soggetto: Architettura e Arte Civile,Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Città,Fotografia,Scultura,Storia dell'architettura

Periodo: Tutti i Periodo

Luoghi: Campania,Napoli

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 3.5 kg


Il volume nasce allo scopo di approfondire la conoscenza dell'architettura cimiteriale realizzata a Napoli nel corso del dicottesimo, diciannovesimo e ventesimo secolo sulla collina di Poggioreale ovvero in un'enclave architettonico- paesaggistica di grande interesse e suggestione ambientale.
Il volume suddiviso in sei capitoli ( Dal rilevamento al disegno di modificazione; La collina cimiteriale di Poggioreale: il disegno di rilevamento delle emergenze monumentali; Il Cimitero delle 366 Fosse; Il Sepolcreto dei Colerici; La collina cimiteriale di Poggioreale: il disegno di modificazione delle emergenze monumentali; Dal disegno di modificazione al rivelamento ) si avvale anche di una introduzione storica in cui si ripercorrono le fasi più importanti dell'infrastrutturazione cimiteriale europea dalle origini sino al diciannovesimo secolo: un complesso exursus funebre incentrato sulla contrapposizione di questioni afferenti alle categorie tematiche ipogeo/epigeo, luce/ombra, tettonico/trilitico. Il volume è corredato da circa cinquecento disegni di rilievo e da ricche documentazioni storico/iconografiche rappresentanti i principali impianti cimiteriali ubicati sulla collina di Poggioreale ovvero il Cimitero delle 366 fosse (1762), il Sepolcreto dei Colerici (1837), il Cimitero Monumentale (1839), Il Cimitero di S.Maria del Pianto (1865), il Cimitero Israelitico (1878), Il Cimitero della Pietà (1889) ed il Grande Ipogeo Comunale realizzato nel 1982.
Nello specifico la parte portante della ricerca confluita nel volume qui presentato affronta l'analisi comparata dei due primi cimiteri realizzati sulla estrema collina orientale di Napoli: Il Cimitero delle 366 Fosse progettato da Ferdinando Fuga e il Sepolcreto dei Colerici disegnato da Leonardo Laghezza. Due cimiteri storici che rappresentano ciascuno l'alter ego architettonico dell'altro: il primo, infatti, è un camposanto settecentesco caratterizzato da una corte interna, di forma quadrata e lastricata in pietra lavica, all'interno della quale non esiste un nome, una data, un volto raffigurato bensì solo numeri, da 1 a 366, che relazionano altrettante fosse comuni ai singoli giorni dell'anno, compresi quelli bisestili; il secondo, viceversa, è un parco funebre ottocentesco, di forma irregolare e punteggiato da alberi di alto fusto, nel cui recinto sono disseminate diverse tipologie sepolcrali arricchite da nomi, date, epigrafi e, a volte, raffigurazioni di volti e decorazioni simboliche scolpite in bassorilievo o in altorilievo. Il Cimitero delle 366 fosse è un'architettura razionalista il cui ciclico e perpetuo meccanismo di sepoltura comune rimanda ad un'idea di omologazione funebre basata su di un rigoroso anonimato incapace di rammemorare storie di vita vissuta: il cimitero di Ferdinando Fuga, quindi, è una potente metafora simbolica, per il tramite dell'architettura, della caducità umana; di una umanità ordinaria alla quale non si vuol© ancora riconoscere il valore e la dignità del proprio vissuto terreno. Il Sepolcreto dei Colerici di Leonardo Laghezza, di contro, è un parco romantico che, attraverso la presenza di alberi secolari e singole tombe monumentali, propone una doppia metafora simbolica, intreccio di vita e di morte: da una parie il fitto impianto vegetazionale che. attraverso il suo periodico appassire e rifiorire stagionale, rappresenta la ciclicità della vita; dall'altra parte, la presenza di sepolcri individuali che, tramite le diverse iscrizioni commemorative dedicate ai defunti, assicura I' immortalità dell'uomo, quantomeno al livello del ricordo e della memoria. In tal senso i due cimiteri, collocati sulla collina di Poggioreale e tra loro confinanti, ben esprimono la diversità di atteggiamento nutrita nei confronti della morte e della sepoltura nella società monarchica, pre-rivoluzionaria, settecentesca e in quella ottocentesca, post-rivoluzionaria, di stampo borghese. Nonostante le chiare matrici culturali d'adozione, le due strutture cimiteriali, allo stato attuale, non riescono a rappresentare compiutamente le loro originarie peculiarità architettoniche sia a causa del diffuso degrado ambientale che le avvolge e sia per le consistenti trasformazioni apportate su di esse soprattutto negli ultimi decenni. In tale ottica il volume chiude con una proposta di restauro e modificazione capace di relazionare le due strutture cimiteriali preesistenti attraverso l'individuazione di un nuovo recinto funebre denominato il Sepolcreto delle 366 tombe. Un disegno di modificazione reso graficamente attraverso una affascinante sequenza di disegni realizzati con la tecnica del rendering.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci