La figlia di Ibsen. Lettura di Hedda Gabler
Cue Press
Imola, 2020; br., pp. 140, cm 17x24.
(I saggi del teatro).
collana: I saggi del teatro
ISBN: 88-5510-015-7
- EAN13: 9788855100151
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.67 kg
Hedda Gabler, protagonista del dramma omonimo ibseniano, è uno dei personaggi più controversi dell'autore norvegese e di tutto il teatro europeo fine Ottocento. È una donna malata di estetismo, piena di paure e di nevrosi, che si uccide per non restare vittima delle trame da lei stessa ordite e per liberarsi dalla terribile noia in cui soffoca. Non potendo realizzare la bellezza di cui delira, esce di scena brutalmente, mentre le sopravvivono i protagonisti del mondo quotidiano, angusto, ipocrita e piccolo-borghese. Hedda è un'eroina antipatica, dunque, che brucia i libri agli scrittori suoi spasimanti e vede quale massimo rischio per lei l'ipotesi di restare incinta. Donna sterile per eccellenza, priva di futuro, patetica e impotente, questo personaggio consente nondimeno una critica radicale della società del suo tempo e del teatro che la rappresenta, divenendo una sorta di simbolo angoscioso della morte dell'arte (anche teatrale) nella cultura organizzata su basi di massa, testamento luttuoso sull'impossibilità di essere autori e attori tragici nel salotto della chiacchiera e dell'intrigo. Lo studio ripercorre tutta l'opera ibseniana, sezionandola per temi fissi e per archetipi, dall'eroe dell'ascesi all'eroe della caduta nei sensi, dalla Valchiria, divoratrice d'uomini, alla Ninfa Egeria, al contrario umile e febbrile ancella dell'intellettuale, ritrovando in Hedda Gabler una paradossale sintesi di tali ruoli e nel suo torbido rapporto col padre una metafora cifrata sul mistero della scrittura.