Meraviglie su pietra. Capolavori dalla Galleria Borghese e altre collezioni
Skira
Bergamo, Accademia Carrara, 24 ottobre 2024 - 2 febbraio 2025.
A cura di Patrizia Cavazzini.
Milano, 2024; br., pp. 176, 100 ill. col., cm 21x27.
ISBN: 88-572-5314-7
- EAN13: 9788857253145
Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
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Peso: 0 kg
Da sempre le pietre, più di tele e tavole, suscitano la "meraviglia" dello spettatore, il quale è chiamato a una partecipazione attiva: deve scoprire il legame tra soggetto e supporto, non sempre evidente, deve distinguere l'opera della natura da quella dell'artista, deve esaminare le luci che si riflettono nella pietra o la attraversano, modificando l'immagine e con-ferendole significati, si deve interrogare sulla collaborazione tra pittori e scarpellini o gioiellieri che preparavano le pietre. Presentando la quasi totalità delle opere dipinte su pietra appartenenti alla Galleria Borghese, integrate con materiali dell'Accademia Carrara e di collezioni private, Meraviglie su pietra si propone di esplorare i vari aspetti della pittura su pietra in Italia dalle origini, dovute all'invenzione di Sebastiano del Piombo di una tecnica pittorica su supporto lapideo poco prima del 1530, fino al suo declino nella quarta decade del Seicento. Il successo di quella "nuova" invenzione pittorica era dovuto al fatto che, dopo le devastazioni del Sacco di Roma del 1527, ci si era resi conto della fragilità dei dipinti su tela o su tavola; la trovata di dipingere sulla pietra conferiva alla pittura un carattere di durata o addirittura di quasi "eternità", prima considerato appannaggio esclusivo della scultura.Articolato in tre sezioni, il volume documenta nel dettaglio l'evolversi della pittura su pietra: la prima è dedicata alle pietre scure con le figure femminili di Leonardo de Grazia e le opere dei Bassano, di Alessandro Turchi, Pasquale Ottino e Jacques Stella che documentano le fasi cen-trali e finali della tradizione. La seconda sezione è incentrata su paesi-ne e alabastri, le cui venature, lasciate a vista, giocano un ruolo fonda-mentale nella composizione: è in queste che l'ambiguità tra l'operato della natura e quello dell'uomo è maggiore. Sigismondo Laire, Antonio Tempesta, Filippo Napoletano sono i principali artefici di questi capo-lavori. L'ultima sezione verte sulle produzioni di lusso, dall'ovale a due facce su lapislazzulo di Antonio Tempesta ai "dipinti" prodotti tramite l'intarsio di varie pietre, fino ai costosissimi micromosaici di Marcello Provenzale, agli altari e ai reliquiari in cui una pietra dipinta è circondata da pietre preziose.