C'è poco da ridere
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Tricase, 2015; br., pp. 80.
ISBN: 88-911893-1-6
- EAN13: 9788891189318
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.38 kg
L'ufficio è vuoto ma ci sono dodici impiegati in una stanza. Entrando, li ho contati e mi sono sentito tutti gli occhi addosso. C'era chiacchiera prima del mio ingresso, ma quando ho varcato la soglia, la terra ha smesso di ruotare. La signora con gli occhiali che stava leggendo un romanzo harmony, ha chiuso il libro. Un signore basso, dalla pelle scura, con la camicia sbottonata ha trattenuto il tiro del suo ultimo mozzicone. (Amore, vai a prendere due cornetti?) "C'è poco da ridere" è l'espressione tipica di chi si trova in una situazione in cui tutti ridono, ma alla fine ci si rende conto che di comico, c'è poco. I racconti si sviluppano in un ipotetico percorso di vita, dall'infanzia - in Beatrice, si narra della prima dichiarazione d'amore di un bambino delle elementari - all'anzianità - ne L'edicola un signore di mezza età si scontra con pregiudizi sociali e conflitti generazionali - passando dal periodo universitario - Fuori sede, Scusi, ha da accendere?, Cosa mi metto?, Amici al bar - e quello pre-matrimoniale di chi vorrebbe divertirsi con le donne ma non ci riesce - Domenica mattina - e situazioni di vita comuni - Dal barbiere, Ma-la-sanità?, Jogging. Leggendo si ride, ma spesso ci si trova costretti a dover fare i conti con l'inettitudine, la superficialità, le paure, il cinismo dei personaggi che fanno subentrare al sorriso sentimenti completamente opposti.