La morale della forma. Etica letteraria nel primo Novecento
Giorgio Pozzi Editore
Ravenna, 2013; br., pp. 180, cm 15x21.
(Studi e Testi di Cultura Letteraria. 4).
collana: Studi e Testi di Cultura Letteraria
ISBN: 88-96117-21-6
- EAN13: 9788896117217
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.35 kg
Gli studi raccolti in questo volume mirano a indagare il rapporto fra etica e letteratura nel primo Novecento. Dai testi esaminati (di D'Annunzio, Croce, Pirandello, Papini e Prezzolini, Michelstaedter e Slataper, Sbarbaro e Campana, Saba) emergono infatti categorie riconducibili all'etica, come i concetti di sincerità o insincerità, onestà o disonestà, menzogna o verità. Compaiono inoltre i temi della purezza, della bontà, dell'innocenza, così come i giudizi di moralità o immoralità di un'opera, il dibattito su autonomia e eteronomia dell'arte, la distinzione tra 'poeta' e 'letterato'. L'indagine si svolge dunque al confine tra due campi - l'etica e la letteratura - che una lunga tradizione filosofica e critico-letteraria tiene rigorosamente separati. Il libro illustra invece la tesi dell'interdipendenza fra i due ambiti, legittimata dal fatto che in sede di valutazione dell'opera letteraria, "forma" e "morale" non sono astrattamente separabili, in quanto coesistono e interagiscono all'interno del testo. L'etica letteraria presenta così i criteri di un organico "giudizio di valore" della letteratura: una concezione della scrittura come atto di responsabilità, e della letteratura come modo di conoscenza e di condivisione di un'interpretazione del mondo e di un'esperienza del vivere.