Il romboide
Perreira Michele
Prova d'Autore
Catania, 2007; br., pp. 160, cm 12x16.
(Valkirie. 2).
collana: Valkirie
ISBN: 88-6282-001-1 - EAN13: 9788862820011
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.77 kg
Prova D'Autore
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IL ROMBOIDE di Michele Perriera
romanzo
collana Valkirie isbn978-88-6282-001-1
Profondità di riflessioni sulle problematiche contemporanee più in vista e per converso più ipocritamente occultate, caratterizzano da sempre le scritture teatrali e dei romanzi di Michele Perriera, sicuramente il più appartato e quindi il meno pubblicizzato tra gli scrittori contemporanei. Perriera non ha mai lasciato la Sicilia. Il protagonista di questo IL ROMBOIDE in un flashback, come ben commenta Antonella Speciale nel suo poderoso saggio introduttivo, rimugina sulla sua infanzia, sulle violenze subite da Alfio, compagno della madre, destinate a dileguarsi nella cecità degli altri. E così, imparando a tacere per minaccia, richiudendosi in un silenzio forzato imposto dalla paura â€" (Alfio) «mi mostra la sigaretta accesa e mi fa cenno di tacere» â€" il personaggio scava nella dimensione della sua solitudine all'interno della famiglia (una volta adulto si tratterà di solitudine nel mondo); «Grido ma nessuno mi sente» ed é nell'impossibilità di confidarsi e fidarsi degli altri che scopre, già da bambino, la consapevolezza del dolore, della miseria, dell'ingiustizia. In tale presa di coscienza nasce la tentazione di perdersi, di smarrirsi, di gettarsi nell'oblio di sé, in un sogno: Il romboide raffigura la parabola esistenziale dell'uomo coraggioso di fronte alla violenza del prepotere: dalla paura e dal silenzio, si passa alla rivolta e alla parola, attraverso un percorso che prevede la sfiducia nelle istituzioni, «Se trovo un giudice onesto» il mancato sostegno della voce pubblica omertosa, «il ferito non sa, non ha visto nessuno» l'impossibilità di trovare collaborazione nelle forze dell'ordine, impastate anch'esse nel gioco di potere, entità corrotte nel dilagare mafioso- concorre a gettare in discredito le sue parole che si fanno delirio, sancendo così la sua morte sociale. Non rimane che percorrere in solitudine la curva della parabola, facendosi giustizia da soli. Una giustizia che non ha tuttavia il sapore della vendetta personale, ma di qualcosa di molto più grande, di una rivincita umana dettata dalla propria dignità.
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