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Flavia Steno. Una giornalista, una donna

Fratelli Frilli Editori

Genova, 2010; br., pp. 496, cm 14x21.
(Collana Storica).

collana: Collana Storica

ISBN: 88-7563-536-6 - EAN13: 9788875635367

Soggetto: Periodici,Società e Tradizioni

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.48 kg


Il libro: Flavia Steno una giornalista, una donna (1875-1946) Flavia Steno, pseudonimo di Amalia Osta Cottini (1875-1946), entrò giovanissima, nel 1898, a "Il Secolo XIX", allora diretto dal grande giornalista Luigi Arnaldo Vassallo.
Immediatamente considerata una vera redattrice, le fu assegnato l'incarico di scrivere servizi giornalistici di rilievo, campagne di denuncia, "pezzi" di politica interna ed estera, ma anche di trattare soggetti di moda e di emancipazionismo femminile, argomento assai dibattuto a fine secolo: più di un migliaio di articoli redatti nel solo decennio "gandoliniano". Il suo femminismo particolare, quasi un a-femminismo, non le impedì di battersi in favore dell'emancipazione delle donne, invitandole ad elevare il loro livello culturale, a dotarsi di un'alta struttura morale, di lavorare per essere indipendenti materialmente da ogni appoggio maschile: un vero richiamo alla dignità.
La sua fortunata esperienza subì una decisa involuzione a seguito della precoce morte di Vassallo e del mutamento di tutta l'impostazione economico-politica de "Il Secolo XIX", che alla luce degli eventi della guerra di Libia e dell'avvento del nazionalismo, si trasformò in "giornale- impresa", imponendo scelte redazionali, in conseguenza delle quali la Steno perse quasi del tutto la sua visibilità.
L'unica parentesi di vera libertà professionale fu costituita per la giornalista da "La Chiosa", la rivista di politica rivolta alle donne, da lei fondata e diretta nel 1919 che durò, sia pure con notevoli difficoltà, fino alla fine del 1925. In tale esperimento la Steno profuse le sue convinzioni sui temi femminili, ma soprattutto, da convinta liberale, il suo credo politico antifascista.
Invisa ai sostenitori del fascismo genovese, fu costretta ad un forzato "rientro nei ranghi", cui fece presto riscontro l'involuzione subita da tutta la stampa italiana in conseguenza dei provvedimenti adottati dal governo fascista nel 1925, che ridusse le mansioni dei giornalisti a compiti di semplici funzionari dell'informazione. La ripresa della sua attività al foglio genovese, dopo le drammatiche vicissitudini conseguenti alla caduta del fascismo e al periodo della repubblica di Salò, fu interrotta dalla sua improvvisa morte nel 1946.
L'autrice: Antonella Picchiotti è coautrice di lavori pubblicati su riviste italiane e straniere relativi all'attività di ricerca svolta nel campo dell'interazione uomo-territorio, con particolare riguardo all'incidenza delle modificazioni antropiche introdotte nell'ambiente. Studiosa di storia contemporanea, si è interessata dell'analisi di fenomeni sociali delle comunità locali (L'infiorata di Genzano. Significato civile e religioso, Bulzoni, Roma, 2000) e, da alcuni anni, di storia delle donne, storia della stampa e del giornalismo.

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