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Un'Archeologia del Colore nel Cinema Italiano. Dal Technicolor ad Antonioni

Edizioni ETS

Pisa, 2016; br., pp. 210, ill. b/n e col., cm 14x21.
(Vertigo. Discorsi sul Cinema. 8).

collana: Vertigo. Discorsi sul Cinema

ISBN: 88-467-4483-7 - EAN13: 9788846744838

Soggetto: Cinema

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.7 kg


Il colore mantiene sempre un certo grado di inafferrabilità. Nonostante i tentativi di definirlo, misurarlo, studiarne la fisiologia e la percezione, esso non cessa di apparire come un oggetto scientificamente e culturalmente sfuggente. Il colore sembra possedere una qualità prelogica e precosciente, sembra avere un impatto diretto sui nostri sensi e sul nostro corpo. È una grande questione che ha attraversato la modernità e continua ad attrarci, da Goethe a Wittgenstein, dalla cromoterapia al cognitivismo. Nell'ambito del cinema, delle arti applicate, del design, della pubblicità, il colore ha sempre interessato per il potere di catturare l'attenzione o di distrarla, di rendere più visibili gli oggetti e i segni ma anche di occultarli e mimetizzarli, di indurre, infine, stati emotivi e reazioni corporee. Questo libro ricostruisce la rete intricata dei rapporti tra tecnologie e culture del colore nel cinema italiano, tracciandone una storia archeologica a partire degli anni Trenta sino al caso paradigmatico de Il deserto rosso.

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