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Pensieri dal Carcere

Il Sirente

Traduzione di S. Benvenuti.
Fagnano Alto, 2007; br., pp. 156, ill., cm 12x19.
(Fuori).

collana: Fuori

ISBN: 88-87847-12-6 - EAN13: 9788887847123

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.15 kg


" Il suo libro è una testimonianza contro il codice penale italiano risalente al fascismo, contro il regime carcerario e la società repressiva, perché nelle celle ci sia più luce e umanità. "

IL ROMANZO. " Il mattino del 24 luglio 1971 suonano all'appartamento romano di un'amica di Pierre Clémenti dove l'attore risiede. Suo figlio Balthazar, di cinque anni, apre la porta. È la polizia in borghese che viene a fare una perquisizione, ben sapendo quel che sta cercando: pochi grammi di cocaina e qualche briciola di haschisch. (Suo figlio dirà poi che era stata la polizia stessa a nascondere la cocaina sotto al letto dicendogli: "Non è nulla, riaddormentati"). Tutto porta a credere che il potere voglia creare un esempio clamoroso. L'arresto di Pierre Clémenti, star del cinema e al contempo icona della controcultura, fa grande scalpore. L'attore viene rinchiuso nella prigione di Regina Coeli sulla base di semplici sospetti, mentre nega di essere stato a conoscenza della presenza della droga nell'appartamento. Aspetterà otto mesi prima di essere giudicato. Condannato a due anni di reclusione, ottiene l'archiviazione in appello dopo diciotto mesi di detenzione. Pierre Clémenti ne uscirà segnato a vita. Il suo libro è una testimonianza contro il codice penale italiano risalente al fascismo, contro il regime carcerario e la società repressiva, perché nelle celle ci sia più luce e umanità. " [Balthazar Clémenti]

" La giustizia è lenta ed estenuante, e l'innocenza, se anche provata, soltanto ferita uscirà di prigione. " [Pierre Clémenti]

Pubblicato per la prima volta nel 1973 e apparso nuovamente nel 2005 presso le edizioni Gallimard, il libro di Pierre Clémenti ripercorre attraverso riflessioni e flash narrativi l'esperienza carceraria dell'attore e regista: l'arresto, l'arrivo nel carcere di Rebibbia e poi in quello di Regina Coeli, l'incontro con l'umanità repressa e dimenticata, la cruda realtà delle rivolte e delle rappresaglie, l'annullamento spirituale ancor prima che fisico, l'ipocrisia del ceto dirigente italiano, il processo fino all'assoluzione definitiva che suonerà paradossalmente come una condanna.

LA CRITICA. In Pensieri dal carcere Clémenti racconta anche la sua esperienza di attore: dall'incontro con Jean-Pierre Kalfon alle prime esperienze teatrali accanto a Marc'O e Bulle Ogier, dagli esordi cinematografici ne Il gattopardo di Luchino Visconti al rifiuto delle proposte di Federico Fellini fino alla consacrazione in film di registi del calibro di Bernardo Bertolucci e Luis Buñuel. Clémenti traccia attraverso il cinema, "arte della sopravvivenza", un'idea dell'arte come missione, inconciliabile con le "attrattive" dell'industria dello spettacolo, "prigione dorata", "macchina che produce gli idoli e li getta sul mercato".

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