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La notte di Ferrara

Gammarò Editori

Sestri Levante, 2024; br., pp. 286, cm 14x21.
(Classici. 28).

collana: Classici.

EAN13: 9791280649621

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.34 kg


«Il tema, anzi il mito, o metafora, del viaggio fa parte dell'universo culturale dell'uomo. È sofferenza, sì, ma se in fondo all'animo è accolta, allora non è sventura, è catarsi. E se il viaggio è scoperta - di sé e d'altro - narrarlo è contribuire con inesauribile fecondità a una iniziazione. Un ansioso e spregiudicato collezionista che non si rassegna ad abbandonare fosse solo per pochi giorni un dipinto che ha prestato per una mostra, lo accompagna da Parigi a Ferrara. Al quadro è morbosamente attaccato (vi è raffigurata un'adolescente in posa ingenua e pur maliziosa) e ne sopporta con pena il distacco per l'esposizione. L'uomo trascorre il tempo di due notti e un giorno peregrinando per Ferrara, dove gli spazi geometrici e inquietanti, razionali e misteriosi, in un continuo variare di ombre e luci, di nebbie e nitori, si popolano di presenze. Poeti e pittori che giungono da epoche differenti, dolcissime e dolenti figure che escono dalle pagine del Giardino dei Finzi-Contini, i bruti delle SS e della polizia fascista e i demoni che lacerano la coscienza del protagonista (lo stesso io narrante) lo seducono e lo tormentano, in un gioco di graduale discoprimento di inganni e di illusioni, di falsi piaceri e di equivoche memorie. La rêverie e quella che sembra realtà si mescolano, si fondono, si dilatano nei tempi dell'anima, mentre luoghi, volti, voci, hanno la assoluta dimensione del "viaggio" allucinato. Nel disfacimento delle inquiete e inappaganti ricerche del piacere, nell'incalzare del male che ritorna (la folla, i motociclisti, alcuni tristi figuri) a insidiare le poche immagini di splendore e purezza - Micòl anzitutto - nel crollo dei falsi miti e maestri, si conclude una vita vuota, che ha amato nel modo più sterile, ma ha saputo soffrire per una bellezza piagata, violata, perduta. Dissacrata Ferrara nella sua umanità più fragrante (e Bassani è pur presente per il tributo letterario e spirituale che dedicò alla città ); dissacrata la donna per l'ossessiva ricerca dei maschi - che non è di piacere ma di possesso;- dissacrata la bellezza, perché le brume, le nebbie, la notte continuano a insidiarla, resta il fuoco di un sogno, un lungo sogno, che purifica mentre denuda.»

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