Ubiquità del bianco
Sfera Edizioni
2024; br., pp. 112, cm 15x21.
ISBN: 88-947901-5-0
- EAN13: 9788894790153
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Il bianco. Il colore della paura: il bianco dei camici, il bianco asettico delle piastrelle, il bianco "vertigine nel vetro", quello della carne pallida e quello fosforescente, prima dell'operazione, di una lampada al quarzo. E, fuori, un paesaggio invernale e livido, i cani morti nella neve e quelli che, in agonia, battono i denti. Ciò che è fecondo sembra appartenere alla sera, all'oscurità pullulante di fiori, ai riflessi marini della luna, a quella "eredità di ombre" sospinta nel fondo di un cuscino. Impenetrabile chiarore contro il quale la voce non può nulla e le frasi si formano altrove: oltre quella "manciata di luce / che annega", oltre quei "sentieri sbiancati come solchi". Non può nulla. Si riduce a segmento, mormorio, intermittenza. C'è una voce che domanda e c'è una voce murata nel suo dubbio. Queste due voci sono la stessa. Sono, appunto, la voce di questa poesia, il suo tono inconfondibile. Lontana sia dalla profezia assoluta e impersonale sia dai grumi privati nascosti in un diario o esibiti in un flusso di coscienza. È una voce netta, scandita con esattezza e tuttavia sempre in un bilico estremo, in una sensazione di pericolo, circondata da presagi, avvertimenti. Ma proprio in tali lembi, in tale stato d'allerta, esce più veritiera e capace di incidere: offre una nudità troppo inerme e coraggiosa perché ci sia concesso di eluderla.