I bottoni. Nell'arte e nella storia
Colonnese Editore
A cura di Attardi U.
Napoli, 2001; br., pp. 64, cm 9x14,5.
(Specchio di Silvia. 16).
collana: Specchio di Silvia
ISBN: 88-87501-39-4
- EAN13: 9788887501391
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Design
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Peso: 0 kg
La conferenza su "I bottoni", fu tenuta a Firenze il 28 febbraio 1882 da Yorick figlio di Yorick, alias Pietro Coccoluto Ferrigni, alla Mostra solenne della "Società di scoraggiamento alle Belle Arti", luogo e denominazione che la dicono già lunga sul tono del discorso e sulle modalità dello stesso, tipici di un'ironia diffusa ed intelligente alla quale il molto pubblico che era solito affollare simili eventi, forniva una disponibile e molto attuale richiesta di utenza. Gli è, per dirla come Yorick, che esisteva, in quegli anni, un certo clima di curiosità e di attesa, un clima prodotto, probabilmente, anche dall'approssimarsi di quel secolo che ci si prefigurava come folleggiante, fornito com'era della misteriosa ed agitante energia elettrica. E Yorick, questo avvocato livornese che aveva scelto, dopo Lorenzo Sterne, quale pseudonimo, il nome del buffone di corte nell'Amleto; questo avvocato che fu giornalista, ma, soprattutto, acuto ed illuminato critico teatrale, possedeva tutti i requisiti di eloquio, cultura, e fiuto incredibile nello scegliere temi intriganti ed insoliti da trattare, per essere una vera stella di quel circuito di conferenzieri che giravano per l'Italia, annunciando, in definitiva, lo spirito dell'incombente modernità. La conferenza sui bottoni, suddivisa in due sezioni: "Influenza dei bottoni sullo sviluppo dell'arte" e "Influenza dell'arte sullo sviluppo dei bottoni", possedeva in sé una naturale predestinazione alla divulgazione per mezzo della stampa, per effetto di un'abile struttura linguistica in grado di annullare quasi del tutto le differenze funzionali che esistono fra oralità e scrittura. Alla lettura de "I bottoni", si resta stupiti per la capacità pirotecnica di legare due oggetti così apparentemente distanti (i bottoni e l'arte) in un vorticoso raffronto che sembrerebbe tirato per i capelli e che, per ciò stesso, diverte e stupisce. Ancora di più, il testo diverte per una costante, sottesa allusione erotica che, continuamente avvertita, diventa, non raramente, scoperto gioco sui meccanismi della seduzione direttamente collegati alla tecnica di spogliare di camicie, corsetti e quant'altro, qualche gentile dama che a ciò si conceda.