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Scrissi d'arte

L'orma

Roma, 2015; br., pp. 296, ill., cm 15x21,5.
(Fuoriformato. Nuova Serie. 7).

collana: Fuoriformato. Nuova Serie

ISBN: 88-98038-67-4 - EAN13: 9788898038671

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.42 kg


"Non è detto che un narratore debba commerciare coi miti; ma in questo, fra gli scrittori d'oggi, Tommaso Pincio davvero non teme paragoni. Il primo mito - a partire dal nome che s'è scelto - è il suo: che spiega il suo successo attuale con un fallimento remoto, quello del suo alter ego, un giovin signore che a vent'anni non si chiamava certo 'Pincio' e non aveva la vocazione dello scrittore, bensì quella del pittore. A un certo punto qualcuno gli fece capire che lì, per dirla con romana brutalità, non c'era trippa per gatti; cominciarono così, a cavallo del nuovo secolo, un nuovo mestiere e una nuova identità. Quello fra penna e pennello, si sa, è cimento di lunga tradizione; messa così, però, è una mistificazione bella e buona. Perché c'è stato un periodo in cui penna e pennello stavano insieme sul suo tavolo concettuale. Il giovin signore masticava la sua delusione e lavorava in una galleria prestigiosa: assistendo artisti che, anche col suo aiuto, conseguivano il successo a lui negato. Eccome se scriveva: saggi, interventi, presentazioni; giunse persino a pubblicare un libro - 'Cnformale', nel 1992 che oggi è una rarità. Partecipava così, in forma vicaria e autopersecutoria, alle avventure altrui. Già allora la scrittura era un surrogato, un doppio virtuale, un malinteso beffardo: 'Pincio', così di là da venire, viene da lì".

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