Pitture Ridicole. Scene di Genere e Tradizione Popolare
Skira
Milano, 2008; ril., pp. 272, 106 ill. b/n, cm 15x21.
(Biblioteca d'Arte Skira).
collana: Biblioteca d'Arte Skira
ISBN: 88-6130-368-4
- EAN13: 9788861303683
Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Società e Tradizioni
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.75 kg
Nella storia dell'arte, come in ogni altra disciplina, non capita spesso di imbattersi in un libro in cui l'autore si ritaglia un nuovo campo di studio, lo tratta con un metodo originale e ne ricava una lettura inedita delle opere, tanto più se alcune di esse sono fra le più conosciute della pittura italiana. Così fa Francesco Porzio nei saggi raccolti in questo volume che offre un'interpretazione coerente e culturalmente approfondita delle raffigurazioni artistiche d'impronta comico-popolare fra Cinque e Settecento. Come quasi tutte le definizioni più famose della storia dell'arte, anche il termine "pitture ridicole" fu coniato con un intento dispregiativo. Servendosi di questa espressione, nel 1582, il cardinale Gabriele Paleotti intendeva censurare una serie di immagini "lascive", perlopiù a sfondo erotico e comico, che si stavano diffondendo pericolosamente nella pittura italiana; così egli battezzava suo malgrado una nuova categoria artistica, destinata a un crescente successo nei due secoli seguenti. Come dimostra Porzio in questo libro, il sistema di simboli "popolari" approntato per queste immagini, a lungo ignorate, confluisce in una precisa tradizione iconografica. Essa alimenta una pagina minore ma originalissima della storia dell'arte, dando un contributo determinante alla formazione della scena di genere e avviando una battaglia contro la gerarchia dei generi artistici e la retorica dell'immagine che verrà compiuta nell'estetica moderna.