Il lato oscuro delle cose. Archeologia del fantastico e dei suoi oggetti
Mucchi
Prima edizione 2017.
Modena, 2020; br., pp. 319.
(Lettere Persiane. 13).
collana: Lettere Persiane
ISBN: 88-7000-847-9
- EAN13: 9788870008470
Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità
Testo in:
Peso: 1.53 kg
Una ciocca di capelli, un velo nero, una somma di denaro, un fermacarte, un assortimento di occhiali, una gamba amputata, un mobile italiano d'epoca barocca: che cos'hanno in comune degli oggetti letterari così diversi tra loro? Tutti sono dotati di un'aura seducente e inquietante, che li rende ben diversi dai semplici oggetti del quotidiano. Le cose e le merci, nel fantastico ottocentesco, sanno esercitare un'attrazione irresistibile, paralizzare lo sguardo, soggiogare la volontà dei personaggi. Gli interni domestici appaiono trasfigurati dall'atmosfera prodotta da una presenza invisibile, spettrale; ed è per questa via che talvolta le cose più banali e familiari finiscono per mostrarci il loro rovescio segreto, il loro lato oscuro. Nel genere fantastico, le dimensioni dell'auratico e dello spettrale, che la critica stranamente non ha esplorato a sufficienza, hanno una centralità tematica indiscutibile. E perciò la narrativa fantastica di Hoffmann o Poe, Gautier o Hawthorne, Henry James o Maupassant, non può che apparirci fondamentale per ricostruire la genealogia dei concetti di aura e spettralità, così decisivi per comprendere la modernità industriale e iperindustriale. Questo libro non è soltanto un contributo per la storia dell'aura e della spettralità. Il suo obiettivo è anche quello di ripensare il genere ottocentesco considerandolo attraverso gli oggetti; e di mostrare in che modo abbia saputo sopravvivere nella letteratura più tarda (da Kafka a Cortázar, da Pirandello a Savinio). Si vedrà come il fantastico letterario, quando lo sguardo critico si concentra sui suoi oggetti, si riveli piuttosto diverso da come siamo abituati a vederlo.