L'inconscio della creazione
Roma, 2010; br., pp. 312, cm 13,5x21.
(La Dialettica. 35).
collana: La Dialettica
ISBN: 88-382-4108-2
- EAN13: 9788838241086
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Peso: 0.431 kg
Scienze naturali e scienze dello spirito corrono lungo un continuum espresso dal pensare intorno ai fenomeni e si differenziano secondo un criterio di metodo che trova la sua specificità nelle modalità di osservazione e di rilevazione dei fenomeni stessi e nel modo in cui questi vengono definiti. Psicologia, etimologicamente, significa "scienza dell'anima" e quindi la sua portata e la sua estensione variano a seconda di ciò che si fa intendere con il termine "psichico". La realtà psichica, infatti, può essere indagata anch'essa a partire dalla metodologia che può riferirsi alle scienze della natura e, in quanto tale, diventa scienza specifica del comportamento. La psicologia filosofica ricerca i principi ultimi dell'attività psichica e del rapporto tra mente ed anima. Le due metodologie sono di fatto complementari, poiché lo studio del comportamento non esclude i principi che muovono il comportamento medesimo. Il volume procede nella ricerca di un inconscio definito dall?unico archetipo che consenta all'uomo di adempiere al compito di tendere verso un?eccellenza dell'umano. Tale archetipo è quello dell'imago Dei, relazione profonda tra un Io e un Tu. Il pensiero di grandi studiosi del Novecento, come Edda Ducci, Edith Stein, Wolfgang Pauli e Leonardo Ancona accompagnano le basi ontologiche di tale impostazione, sostenendone la matrice cristiana, filosofica e scientifica. Infine, la Genesi e l?Apocalisse sanciscono la presenza dell'imago Dei nel suo richiamo che fonda la finalità specifica dell'essere creato, che è il conoscere e il contemplare. L?inconscio della creazione parteciperebbe all'imago Dei intesa come "prospettiva di perfezione" del Selbst nel suo passaggio da Adamo a Cristo. Detto in altri termini, l?imago Dei è l?archetipo dell'uomo interiore, Adamo è l?archetipo dell'uomo esteriore. La finalità dell'uomo esteriore è quella di attivare un senso profondo d?inferiorità e d?infamia, nascosto dietro un?onnipotenza dilagante. L?uomo interiore è colui che risponde al trascendente, che unisce l?anima all'intelligenza evitando il peccato anche se può essere lecito peccare. In noi, possiamo dire, vivono entrambi gli uomini, quello esteriore e quello interiore, e a seconda di quanto guardiamo il primo lasciamo crescere il secondo. La prospettiva ermeneutica del libro vuole indicare la strada da seguire per la risoluzione di ogni controversia relativa al binomio creazionismo-evoluzionismo.