Stato di legittima difesa. Obama e la filosofia della guerra al terrorismo
Casa Editrice Ponte alle Grazie
Milano, 2013; br., pp. 120, cm 14x21.
(Saggi).
(Saggi).
collana: Saggi
ISBN: 88-6220-874-X
- EAN13: 9788862208741
Testo in:
Peso: 0.173 kg
"Giustizia è stata fatta". Così dichiarava Barack Obama il 2 maggio 2011 dopo l'uccisione di Osama Bin Laden, nemico numero uno dell'Occidente democratico. È un punto di svolta epocale, e non solo sul fronte militare e politico. La nuova forma di guerra contro il terrorismo transnazionale ridefinisce la struttura stessa della democrazia americana, in cui il potere dell'esecutivo opera ormai al di là dei limiti del "legalismo liberale". Secondo Simone Regazzoni, con buona pace della critica di sinistra 'à la Michael Moore', i grandi filosofi come Badiou, Derrida, Zizek si sono limitati a un'ovvia denuncia della 'war on terror', ma "hanno mancato di pensare la guerra", evitando di affrontare la questione dell'"Altro-terrorista" come nemico assoluto da annientare in nome di una legittima difesa della democrazia. Il democratico Obama, deludendo le aspettative di molti, ha confermato la linea di Bush privilegiando la strategia del 'targeted killing': meglio uccidere che fare prigionieri. Meglio i droni delle torture di Guantanamo. Ecco ciò che si tratta di pensare, anche attraverso la fiction hollywoodiana come spazio di messa in opera di una verità storico-politica. È il caso della trilogia di Christopher Nolan sul Cavaliere oscuro. Batman non è un eroe fascista, ma una rielaborazione della "pulsione eroica" all'opera, secondo Bruce Ackerman, nella democrazia americana. Non a caso la sua figura è ispirata a quella di Theodore Roosevelt.