Il passatore. Le imprese brigantesche di Stefano Pelloni nella Romagna ottocentesca
Società Editrice Il Ponte Vecchio
Cesena, 2024; ril., pp. 192, ill.
EAN13: 9791259782809
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Emilia Romagna
Testo in:
Peso: 0 kg
Seguendo la storia del Passatore, qui raccontata con agile passo narrativo, il lettore non soltanto avrà cognizione di un personaggio straordinario, di una efferatezza senza paragoni nell'epos del brigantaggio romagnolo, ma anche avrà il quadro memorabile della Romagna di metà Ottocento, così fosco e terribile - nella violenza dei grassatori, nella ferocia della legge, nelle campagne strette nella subordinazione e nella miseria - da apparirci in una lontananza infinita. L'immagine di una Romagna ribelle, politicamente appassionata, generosa e ardente, ha trovato nella figura del Passatore una delle sue rappresentazioni più fortunate, determinando l'assurdo di una regione che trova un suo emblema in un brigante del tutto privo di ideali e di slanci sociali o pre-risorgimentali. Il mito ha sue proprie ragioni, per le quali vive autonomamente dalla storia, in un altra dimensione: audace ben oltre la temerarietà, capace di sfuggire per anni alla caccia spietata della gendarmeria pontificia e dell'esercito austriaco come un'imprendibile primula rossa, Stefano Pelloni non poteva non apparire alle masse, rese taciturne da una secolare soggezione e da un'immobile miseria, come la vivente possibilità del riscatto. Chi in notti avventurose penetrava nelle città e le occupava "militarmente" diceva al cenciaiolo e al ciabattino, al villico e al mendicante che era dunque possibile rompere il cerchio ferrigno dello status quo, introdurre nella fatale sequenza dei giorni e delle stagioni un'anomalia e una rottura. Nel tempo chiuso della Romagna ottocentesca, alla fantasia delle classi soggette il Passatore apparve per questo in una luce leggendaria. Dandone conto, e contestando le fantasie dei mitografi, il libro intende raccontare la vera storia del Passatore - per suo conto straordinaria - senza abbandoni alla mistificazione della leggenda [Roberto Casalini].