La sinistra e la città. Dalle lotte contro il sacco urbanistico ai patti col partito del cemento
Roma, 2013; br., pp. XII-97, cm 14x20.
(Interventi).
collana: Interventi
ISBN: 88-6036-842-1
- EAN13: 9788860368423
Soggetto: Storia dell'architettura
Testo in:
Peso: 0.12 kg
La città e la possibilità di governarne lo sviluppo per il bene comune sono temi fondativi della sinistra. Basta riandare alla Manchester descritta da Engels o alle lotte di inizio Novecento per i diritti elementari e i bisogni primari del proletariato urbano, da cui presero l'avvio partiti e sindacati di sinistra e la stessa urbanistica moderna. Da qui, la riflessione dei due autori arriva a esplorare un paradosso italiano. Vi è stato un tempo, nel dopoguerra, in cui la sinistra - non solo quella comunista - rifiutava l'etichetta di riformista, ma nei fatti metteva in campo, sulla città, visioni e azioni squisitamente riformiste. Erano gli anni delle lotte contro il sacco urbanistico di Roma, Napoli, Palermo e contro i comitati d'affari incistati nella politica; e gli anni di alleanze per l'epoca decisamente inedite. Ed ecco il paradosso. Mentre oggi la sinistra rivendica con orgoglio la propria natura riformista, ha quasi smarrito la tensione di allora: distante com'è dalla riflessione attualissima sull'urgenza di un freno al consumo di suolo; troppo legata, in alcuni, a pregiudizi ideologici - la mitizzazione dell'esproprio, la demonizzazione dei pri-vati - e troppo vicina, in tanti altri, a quel "partito del cemento" trasversale che spesso detta legge sul futuro delle città ed è fonte di inquinamento affaristico della politica. Ma la sinistra può permettersi di tradire la città? O non rischia così di condannare se stessa?