Le indie di quaggiù. Il mondo contadino in Sabina tra Ottocento e Novecento nello sguardo dei fotografi Giuseppe Primoli, Filippo Rocci, Paul Scheuermeier, Antonio Semerano ed altri
Il Formichiere
Foligno, 2023; br., pp. 173, ill. b/n, tavv. b/n, cm 22x22.
EAN13: 9791280732828
Soggetto: Collezioni,Fotografia
Luoghi: Lazio
Testo in:
Peso: 0 kg
In che modo i fotografi hanno raccontato il mondo contadino della Sabina tra ‘800 e ‘900? È questo il quesito a cui si dà conto in questo libro che mette insieme le immagini su tale argomento di diversi fotografi riprese con motivazioni molto diverse tra loro. I primi furono gli escursionisti che nell’alta Sabina si incontrarono con l’alterità culturale del mondo contadino e pastorale che essi documentarono per raccontarlo nei salotti borghesi e aristocratici della capitale. Il conte Giuseppe Primoli arrivò a Rieti nel 1890 per fotografare, con lo spirito del reporter che lo contraddistingueva, la varia umanità che si manifestava in una grande fiera di merci e bestiame. Paul Scheurermeier visitò invece Rieti e l’alta Sabina negli anni ‘20 del ‘900 per documentare con i suoi questionari la realtà linguistica di quest’area, accompagnando il suo lavoro con sorprendenti immagini fotografiche. Di tutt’altro genere invece le immagini di Filippo Rocci che fece della bassa Sabina il suo atelier per realizzare immagini di chiara impronta pittorialista ponendo sempre al centro il mondo contadino di quell’area. Infine, ci sono le immagini di Antonio Semerano riprese nel dopoguerra nella valle del Turano dove il mondo contadino sembrava essere rimasto immobile davanti al clima di modernizzazione di quel periodo. Tra le prime e le più recenti immagini c’è poca differenza. Il mondo contadino della Sabina per oltre un secolo è rimasto immobile, costantemente subalterno e precario, palesemente indifferente ai processi di trasformazione del resto della società.