Prova e convincimento giudiziale del fatto
Giappichelli Editori
Torino, 2023; ril., pp. 296, cm 17x24.
(La prova nel diritto e nel processo. 2).
collana: La prova nel diritto e nel processo
EAN13: 9791221102123
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.68 kg
In che modo il giudice conosce il fatto nel processo? Qual è e come si determina il livello di convincimento sufficiente affinché egli possa ritenere il fatto pienamente provato e, di conseguenza, portarlo legittimamente a fondamento della sua decisione? Sono queste le domande cui si cerca di rispondere in questo studio. Si tratta di domande che da sempre appassionano ed impegnano gli studiosi, non solo di diritto (anzi), e che non sono destinate a perdere di attualità nemmeno a fronte dell'invasione dell'intelligenza artificiale, almeno fino a quando riusciremo a mantenere l'attività giudiziale nel dominio dell'essere umano. Domande alle quali non possiamo non rispondere, se vogliamo che l'esperienza giudiziale sia iscritta in un contesto razionale in grado di soddisfare le esigenze del giusto processo, e che richiedono di allargare lo sguardo del processualista. Epistemologia, logica, scienza, ermeneutica e psicologia cognitiva ci aiutano a comprendere il funzionamento dell'inferenza probatoria: dal primo contatto con la fonte di prova alla "presa di decisone", che si perfeziona con la motivazione, la quale mette a fuoco e fissa definitivamente le ragioni delle scelte effettuate dal giudice. All'esito dell'indagine si afferma un sistema in cui l'esperienza giudiziale si pone come un formante, uno dei molti, che s'inserisce nel flusso delle pratiche discorsive e argomentative, e che contribuisce in modo rilevante, con le sue valutazioni, discussioni e decisioni, sempre rivedibili, al processo di comprensione del mondo.