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Il Danubio non parla latino

Tullio Pironti Editore

Napoli, 2010; br., pp. 552, cm 15x21,5.

ISBN: 88-7937-484-2 - EAN13: 9788879374842

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Roma

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.872 kg


Titolo provocatorio per un romanzo che ha per protagonista un fiume, e antagonisti due amici-nemici, ciascuno dei quali ancorato alle proprie certezze. Il patrizio romano Teodato, convinto che il latino rappresenti l'essenza della civiltà, non esita ad adoperare qualunque mezzo pur di tramandarlo. Suo leale avversario è il goto Wulfila, che nella lingua latina individua il principale veicolo di dominio culturale e politico dell'Impero, nonché un freno al libero progresso delle genti. Per sottrarre il suo popolo all'egemonia del latino, Wulfila costruisce dal nulla una nuova scrittura per tramandare in gotico non solo le gesta, ma anche la fede dei Barbari danubiani. L'epoca in cui si svolgono gli avvenimenti narrati, è il IV secolo, e il luogo è appunto il Danubio, limes per definizione, perché la riva destra appartiene alla romanità, mentre al di là della sinistra si estende un misterioso quanto vago Barbaricum. Il Danubio rappresenta la divisione creatasi in seno all'Impero Romano: a Occidente, la Chiesa cattolica che vuole dominare sull'imperatore; a Oriente, il divinizzato sovrano che aspira a sottomettere la stessa Chiesa, creando le basi di quella teocrazia che ancora oggi tanti problemi pone. Tra questi poli in conflitto si inserisce il cristianesimo ariano di Wulfila, apparentemente democratico, in realtà fondato sulla purezza della stirpe, sul senso dell'onore e sul modello dell'Uomo-Dio al quale tutti devono uniformarsi.

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