Le frontiere della politica economica
Franco Angeli
A cura di Romagnoli G. C.
Milano, 2019; br., pp. 192.
(Economia - Teoria Economica, Pensiero Economico. 116).
collana: Economia - Teoria Economica, Pensiero Economico
ISBN: 88-917-8048-0
- EAN13: 9788891780485
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Peso: 1 kg
La teoria della politica economica indica, attraverso modelli matematici, statistici ed econometrici, gli strumenti per la massimizzazione del benessere sociale nelle sue declinazioni di crescita, basic needs e sviluppo umano o per la minimizzazione del malessere sociale nella lotta alla disoccupazione, all'inflazione, alla maldistribuzione del reddito e della ricchezza e all'instabilità finanziaria. Questa raccolta di studi è divisa in tre parti che si rivolgono: a) alle questioni metodologiche, con riguardo ai limiti, alla sistematica e alle tecniche della politica economica; b) alle istituzioni e alle politiche che hanno guidato l'economia italiana e il processo di integrazione economica europea e internazionale nel secondo dopoguerra; c) alle applicazioni della politica economica con riguardo ad alcune sfide antiche, come il dualismo territoriale, e recenti, come la politica monetaria, non convenzionale e quella del debito pubblico e dei trasporti. Il volume evoca il concetto di frontiera, inteso sia come meta che come limite attuale, per una disciplina fondamentale, anche se ancora poco presente negli ordinamenti di studio dei paesi anglosassoni. Essa coniuga le teorie dell'economia politica a quelle della politica economica, entrambe utili per orientare le decisioni di politica, investendo la questione della efficacia o della inefficacia della politica economica per realizzare il sistema economico auspicato dalle istituzioni. Si tratta di individuare limiti, metodi e ruoli specifici della politica economica, da sempre schiacciata tra i modelli teorici e la realizzazione di interventi atti a modificare situazioni economiche ed istituzionali ritenute in contrasto con le esigenze della società civile. La breve storia della politica economica attiva ha visto formarsi uno iato profondo tra la disciplina intesa in senso tradizionale, che vedeva nel politico il gestore del benessere comune, e la nuova teoria che vede nella economia delle scelte pubbliche un politico interessato soprattutto al benessere di segmenti della società che possono ridursi anche a lui stesso.