Il peccato originale. Chi è l'uomo? Quale la sua storia?
Asterios
Traduzione di Ranzolin A.
Trieste, 2008; br., pp. 179, cm 15,5x23,5.
(Piccola Bibliothiki. 1).
collana: Piccola Bibliothiki
ISBN: 88-95146-11-5
- EAN13: 9788895146119
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Quando si pone come premessa il fatto che il principio della vera immortalità dell'uomo, considerato nella sua completezza, è l'atto vivificante e incorruttibilizzante della vivifica Trinità, e che la morte dell'uomo è dovuta al suo allontanamento dalla fonte della vita, diventa allora evidente che il cosiddetto misticismo della Chiesa greca non è un presunto elemento decorativo platonico, ma il presupposto medesimo della concezione biblica e patristica sull'uomo. Il cristiano ortodosso non è partecipe degli atti divini perché persegue l'unione con Dio secondo le indicazioni della filosofia, come se si trattasse di un contatto con un qualche intelligibile mondo platonico di idee; al contrario, il partecipare, nello Spirito, alla carne vivificante di Cristo ha il fine di espellere le forze del peccato che regna nella morte e nella corruzione, ripristinando nell'uomo il principio dell'immortalità, e di riportare l'uomo sulla via della perfezione e della divinizzazione. Una tematica simile non si pone tra gli Occidentali, dato che essi credono, in genere, che la morte provenga da Dio, che l'anima sia per natura immortale e che la destinazione dell'uomo sia semplicemente la propria, individuale felicità. Il misticismo dell'Occidente non è veramente cristocentrico. Non ha come fine la vivificazione e l'incorruttibilizzazione dell'uomo e la contemplazione, da parte dei giusti, della luce increata, ma la visione felice dell'essenza divina, cosa che i Padri greci ritengono inammissibile.