Vittorio Rosa pittore
Alberti Libraio Editore
Verbania Intra, 2014; ril., pp. 248, ill., cm 24x31,5.
(Artisti di Verbanus).
collana: Artisti di Verbanus
ISBN: 88-7245-237-6
- EAN13: 9788872452370
Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.98 kg
Vittorio Rosa è nato ad Agrano, nel Cusio, la vigilia di Natale del 1932, da una famiglia di tradizione alberghiera. Per imparare il mestiere di albergatore, oltre che le lingue, ha soggiornato a lungo all'estero, soprattutto a Londra e a Parigi. È anche stato un calciatore piuttosto dotato. La pittura, tuttavia, da sessant'anni a questa parte, è sempre stata la sua passione primaria, e ad essa si è sempre dedicato totalmente, anche a costo di grandi sacrifici. Ha studiato sotto la guida del maestro Giovanni Cappa Legora, professore all'Accademia Albertina di Torino. Dopo un primo periodo decisamente figurativo e vicino alla tradizione del luminismo lombardo, si è sempre più evoluto verso forme espressionistiche o addirittura astratte, utilizzando una tecnica mista particolare di sua invenzione, in cui colore e collage cartaceo concorrono a fissare immagini di diverso genere caratterizzate sempre da una sempre straordinaria luminosità. Ha esposto molto all'inizio della carriera, in Italia e in Europa, in personali e collettive prestigiosissime. Successivamente il lavoro di albergatore gli ha impedito di seguire da vicino il mercato artistico. Nel corso della sua ormai lunghissima carriera ha ricevuto un gran numero di premi e riconoscimenti. Le sue opere sono presenti in collezioni italiane e straniere. Presso il suo Hotel Royal di Stresa, accanto al suo studio d'artista, esiste da sempre uno spazio dedicato all'esposizione permanente dei suoi quadri. Presto gli sarà dedicata una mostra retrospettiva. Vittorio Rosa è nato ad Agrano, nel Cusio, la vigilia di Natale del 1932, da una famiglia di tradizione alberghiera. Per imparare il mestiere di albergatore, oltre che le lingue, ha soggiornato a lungo all'estero, soprattutto a Londra e a Parigi. È anche stato un calciatore piuttosto dotato. La pittura, tuttavia, da sessant'anni a questa parte, è sempre stata la sua passione primaria, e ad essa si è sempre dedicato totalmente, anche a costo di grandi sacrifici. Ha studiato sotto la guida del maestro Giovanni Cappa Legora, professore all'Accademia Albertina di Torino. Dopo un primo periodo decisamente figurativo e vicino alla tradizione del luminismo lombardo, si è sempre più evoluto verso forme espressionistiche o addirittura astratte, utilizzando una tecnica mista particolare di sua invenzione, in cui colore e collage cartaceo concorrono a fissare immagini di diverso genere caratterizzate sempre da una sempre straordinaria luminosità. Ha esposto molto all'inizio della carriera, in Italia e in Europa, in personali e collettive prestigiosissime. Successivamente il lavoro di albergatore gli ha impedito di seguire da vicino il mercato artistico. Nel corso della sua ormai lunghissima carriera ha ricevuto un gran numero di premi e riconoscimenti. Le sue opere sono presenti in collezioni italiane e straniere. Presso il suo Hotel Royal di Stresa, accanto al suo studio d'artista, esiste da sempre uno spazio dedicato all'esposizione permanente dei suoi quadri. Presto gli sarà dedicata una mostra retrospettiva. g.m Partito, inizialmente, da una pittura di impianto naturalista, la visione di Vittorio Rosa (grazie anche al magistrale impiego del collage) ha richiamato con decisione alcuni movimenti d'avanguardia senza, per questo, compiere sterili rivisitazioni accademiche. L'artista, infatti, ha saputo rivivere la lezione dei maestri con spirito spregiudicato e attivo, abbandonandosi spontaneamente al suo estro inventivo, al "mito personale" delle sue prime esperienze emotive e visive. L'amore per la terra amata, per le case biancheggianti, per i fiori, per gli interni della propria abitazione, rivivono nelle sue opere come simboli eterni ed universali di una autentica aspirazione dell'anima. (dal saggio introduttivo di Ottorino Stefani)