Possibilità dell'io. Il cogito di Descartes e un dibattito contemporaneo: Heidegger e Henry
Mimesis Edizioni
Sesto San Giovanni, 2006; br., pp. 279, cm 14x21.
(La Scala e l'Album).
collana: La Scala e l'Album
ISBN: 88-8483-461-9
- EAN13: 9788884834614
Testo in:
Peso: 0.3 kg
Che cosa intendiamo quando diciamo: cogito ergo sum? - Penso, esisto in quanto pensante. E questa è l'unica cosa di cui per Cartesio, uno dei più grandi pensatori della nostra tradizione occidentale, non è mai possibile dubitare. Si tratta, in effetti, di una tesi fondamentale che appartenendo alla storia del Seicento ha vantato in tempi più recenti forse il primato dell'uso/abuso di una formula filosofica perfino a mo' di slogan, pur vantando nel contempo una chiarezza intuitiva solo apparente. E per questo che il cogito di Cartesio appartiene anche al pensiero contemporaneo: per l'interesse e la problematicità suscitati dall'idea che la prova della nostra esistenza consiste nella nostra capacità di pensiero. Si intuisce come qui siano implicate molte questioni, filosofiche e culturali, legate in primo luogo alla natura dei rapporti fra il pensiero e l'azione, la mente e il corpo. Ma che ci portano presto a interrogarci sull'opportunità di un cambio di prospettiva rispetto a una teoria della certezza incontrovertibile della presenza di sé a se stessi. Infatti, l'essere capaci di pensiero è una possibilità dell'io che consente altre vie interpretative e che mette qui in gioco due voci filosofiche contemporanee - Heidegger e Henry - per poi invitare a pensare una teoria dell'autocoscienza che non consacri l'io come principio di tutte le cose, né perciò del mondo, della verità, del senso.