Omicida e artista. Le due facce del serial killer
Ma. Gi.
Roma, 2006; br., pp. 329, ill., cm 15,5x24,5.
(Lecturae).
collana: Lecturae
ISBN: 88-7487-284-4
- EAN13: 9788874872848
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Testo in:
Peso: 0.72 kg
Accostare il genio creativo alla follia distruttiva dell'assassino seriale è un procedimento ardito, pieno di trappole e insidie. Qual è il punto di contatto tra queste due individualità così diverse? Paradossalmente è proprio la convinzione di entrambi che la loro opera sia una creazione. Il punto di vista dell'artista è facile da comprendere e da assimilare perché l'aspetto creativo della sua attività è immediatamente riconoscibile, a prescindere dalla forma artistica scelta, dalla qualità dell'opera e dal fatto che piaccia o meno. Il serial killer, invece, è per definizione un "mostro" e le sue azioni, in particolare gli omicidi, sono considerati dall'opinione pubblica totalmente irrazionali. In realtà, le azioni di un assassino seriale hanno sempre una logica ma, per comprenderla, bisogna entrare nella sua testa. Quel che è certo è che il serial killer considera se stesso un artista del crimine e gli omicidi rappresentano il frutto della sua creatività distorta. Omicidio, quindi, inteso come una forma d'arte perversa che soddisfa in maniera patologica il bisogno di creare qualcosa d'immortale. Quando non possono più uccidere, molti serial killer incarcerati si convertono all'arte, dedicandosi in particolare a scrittura e pittura, ed è proprio questo strano e inesplorato legame tra arte e omicidio che è necessario penetrare per comprendere che cosa si cela dentro la testa del "mostro".