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I fantasmi e le cose. La messa in scena della storia nella comunicazione museale

Lybra Immagine

Presentazione di Pasquale Culotta.
Iconografia a cura di Pier Paolo Raffa.
Milano, 2000; br., pp. 248, 694 ill. b/n num. n.t., cm 17x24.
(Architettura e Design).

collana: Architettura e Design

ISBN: 88-8223-041-4 - EAN13: 9788882230418

Soggetto: Collezioni,Saggi (Arte o Architettura)

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.8 kg


"I musei sono chiamati a conservare le cose, ma gli allestimenti a farne parlare i fantasmi". Da questa ovvia constatazione, scaturiscono molte considerazioni intorno alla strana forma di evocazione/esorcismo che è l'allestimento: innanzitutto il non essere esso un meccanismo ingenuo, bensì la manifestazione di volontà e problemi diversi che ruotano attorno all'ideologia stessa del museo. Questioni sociali, metodologie didattiche, orientamenti politici, esigenze economiche, gusti estetici personali e tendenze collettive condizionano l'allestimento come qualsiasi altro medium, costituendone, a seconda dei casi, l'obiettivo più o meno nobile, lo scopo più o meno dichiarato.
Come avviene per ogni altro medium, tuttavia, la tendenza più caratteristica dell'allestimento è quella di trasformarsi esso stesso in messaggio, complice la passione per il passato e l'aspirazione del pubblico a compiere il cosiddetto "tuffo nella storia".
Questa pretesa, se da un lato tende a soverchiare le "cose", rendendole spesso inutili o invisibili, affogate all'interno di allestimenti ridondanti ed invasivi, dall'altro tende a dar vita a fin troppi "fantasmi", che finiscono per l'appropriarsi, in una living history generalizzata, di interi brani del territorio.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci