Giacomo del Po a Sorrento
Russo Augusto
Eidos Longobardi
Con un saggio sulla vicenda critica dell'artista.
Castellamare di Stabia, 2009; br., pp. 160, ill. b/n e col., cm 16,5x24.
ISBN: 88-8090-296-2 - EAN13: 9788880902966
Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 0.34 kg
Le opere lasciate nelle principali chiese di Sorrento dal pittore, romano di origine (nascita e prima formazione) ma napoletano di adozione (crescita culturale e attenzione riservatagli dalla critica), diventano il pretesto per evidenziare le diverse fasi stilistiche di una brillante carriera artistica.
I dipinti della chiesa di Sant'Antonino, realizzati negli anni ottanta del '600, svelano l'orientamento accademico e classicista della pittura del "giovane ma non giovanissimo" Giacomo Del Po, appena giunto da Roma. Trattasi di quattro tele, due di argomento religioso (Madonna col Bambino e San Gaetano e Riposo durante la fuga in Egitto), quelle dell'abside, e due di argomento storico (Peste del 1656 a Sorrento e Assedio di Sorrento per mano di Giovanni Grillo nel 1648), quelle del transetto.
Le pagine riservate ai dipinti di Sant'Antonino offrono spunti di grande interesse, in parte dettati dalle opere stesse: vengono osservati stato di conservazione, cifra stilistica, scelta iconografica e richieste della committenza. Bella la presentazione di Giovanni Grillo, protagonista dell'Assedio di Sorrento: "un po' novello condottiero classico, un po' avventuriero di un'Europa moderna ancora dei grandi e dei potenti. Ed il suo ritratto equestre costituisce il brano di maggiore finezza pittorica e descrittiva del quadro. Bastone del comando nella sinistra ed elmo rosso piumato per questo cavaliere addobbato in mezzo a popolani pugnaci".
Nei dipinti della Cattedrale, due tondi raffiguranti i Santi titolari del Duomo, Filippo e Giacomo Minore e una grande tela con l'Assunzione della Vergine, il pittore sorprende per un'interpretazione del tutto originale della maniera di Luca Giordano - siamo nel primo decennio del Settecento, "anni di sostanziale egemonia solimeniana", ma di ancora vivi ricordi giordaneschi. Dice l'autore: "Fin da un primissimo acchito, una volta sotto il transetto, ci si rende conto d'una decisa evoluzione di stile rispetto alle precedenti fatiche per Sant'Antonino, d'un sopraggiunto ed inopinato scatto in avanti che sa di vertigine".
Apre il libro una rassegna degli studi sull'artista, dalle testimonianze suppergiù coeve fino agli studi più recenti, costruita mediante anticipazioni e rimandi, a cui l'autore dà la forma del saggio, che si presta, volendo, anche a una lettura autonoma rispetto al resto del lavoro. A chiuderlo è la descrizione di alcune opere conservate nel Museo Correale di Terranova, che dimostrano come Del Po avesse ottenuto il favore non solo dei committenti ma anche dei collezionisti, che legarono il loro nome alla città di Sorrento. Due tele ovali a soggetto mitologico con Apollo e Dafne e Satiro e Ninfa (o meglio Pan e Siringa) e un piccolo bozzetto allegorico, collocabili nei primi decenni del Settecento, documentano la sua attività di pittore di cose profane e una vocazione spiccata per il mercato privato. Scrive lo studioso: "tipiche richieste d'una committenza aristocratica, dal gusto sofisticato, i quadretti del museo sorrentino dicono d'un autore che con l'alta società napoletana sedeva e conversava".
Il testo analizza in maniera critica la questione, senza rinunciare in alcuni punti al tono discorsivo della pagina di diario, delineando i caratteri distintivi dell'opera di un artista di respiro europeo, che quasi stupisce trovare nella provincia napoletana.
Cristoforo Colombo e il Mistero della Campana della Santa Maria
Oltre l'emergenza. Attività e restauri dopo l'alluvione del 2018
Acta Palaeomedica. International Journal of Palaeomedicine. Vol. 3
Nata per creare. Io, l'arte della coiffeur e love crystal hair
Abitare il tempo in Abruzzo. Sguardi sulle case in terra cruda
Il Ratto di Proserpina di Nicolas Mignard ed Altri Dipinti Antichi