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La donna venuta dai ghiacci

BEAT

Traduzione di Zabini A.
Vicenza, 2020; br., pp. 384, cm 12x24.
(Superbeat. 72).

collana: Superbeat

ISBN: 88-6559-717-8 - EAN13: 9788865597170

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.65 kg


Islanda, 1627. Il mare è increspato di onde lucenti e il vento trasporta l'odore dell'erba tagliata, quando un branco di uomini in abiti variopinti sbuca sul crinale di un colle brandendo le spade al sole. Pirati provenienti da terre barbaresche, gli uomini razziano la costa, uccidono decine di persone e ne catturano centinaia. Come prede di guerra, gli sventurati prigionieri vengono stipati nella lurida stiva di un galeone, senza poter vedere ciò che si lasciano dietro: le falesie coronate dall'erba verde di mezza estate e gli uccelli marini che guardano indifferenti da ogni anfratto. Tra gli ostaggi, ignari del destino che li attende, la giovane Ásta in procinto di partorire, suo marito, il pastore Ólafur, e i loro due bambini, Egill e Marta, cercano conforto stringendosi l'uno all'altro. Dopo un mese di viaggio, il bastimento arriva nel porto nordafricano di Algeri. Incespicando, Ásta e la sua famiglia salgono dalla stiva, intontiti e scossi dalla salva di cannoni che festeggia l'arrivo del carico di schiavi. Dinnanzi a loro si schiude una veduta sbalorditiva: una città dai tetti piatti, completamente bianca e punteggiata di cupole scolpite simili a bulbi. La meraviglia, tuttavia, è di breve durata. I prigionieri vengono condotti al mercato degli schiavi, dove i figli vengono separati dalle madri e i mariti dalle mogli. Anche Ásta dovrà fare i conti con due dolorose perdite: quella del marito e del figlio maggiore, e quella della libertà, poiché, acquistata dal trafficante di schiavi Cilleby, verrà rinchiusa in un harem. Per non abbandonarsi allo sconforto e sopravvivere non le resterà che aggrapparsi alle storie della sua infanzia, alle saghe e ai racconti popolari della sua patria, che le insegneranno ad aprirsi alla nuova vita, al nuovo mondo e, forse, anche a un nuovo amore. Ispirato a uno degli eventi più traumatici della storia d'Islanda, la scorreria turca dell'estate del 1627.

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