Vizio di firma. Plagio e dintorni
Pequod
Ancona, 2022; br., pp. 168, cm 14x20,5.
(Pequod).
collana: Pequod
ISBN: 88-6068-197-9
- EAN13: 9788860681973
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1 kg
Questo libro nasce da un gioco di parole. Il suo titolo non evoca soltanto l'argomento principale - il plagio - oggetto di una riflessione che parte più da lontano, ma accoglie l'intuizione di un confine diverso e forse meno riconosciuto. Nel suo "Piccolo libro del plagio", un punto di partenza indispensabile, Richard A. Posner individua più che un termine un territorio: se la definizione furto letterario è imprecisa - perché si può plagiare senza sottrarre - è comunque quella che più si avvicina alla percezione comune. Il plagio è forse qualcosa di più complicato - una frode intellettuale che consiste in una copia non autorizzata spacciata per originale - ma l'espressione furto letterario si attaglia alla maggior parte delle opere di finzione - letterarie e cinematografiche - che lo raccontano. Altre trame, però, ci parlano di qualcosa che si colloca un po' ai margini di questo perimetro: storie di ghost writer, di autori nell'ombra, magari pentiti e desiderosi di riappropriarsi del loro destino. Fraudolente o meno, queste sottrazioni condividono qualcosa. Se queste storie ci parlano dunque di plagio e dintorni, il denominatore comune è il vizio di firma: c'è sempre qualcuno che mette il suo nome sull'opera di un altro. Quelli raccolti in questo libro di Sandro Volpe sono dunque plagi raccontati, chiusi prudentemente dentro la finzione narrativa, non quelli che ci consegna la cronaca o che la storia ha scoperchiato nel tempo. Equivoco che va disinnescato in anticipo: il plagio reale, nella sua casistica e nella sua millenaria antologia, è un argomento ben diverso che richiede altre competenze e si rivolge a un altro pubblico. Chiude il volume un lessico del plagio: dieci voci che riprendono altrettanti motivi che si ripetono con presenze e declinazioni variabili in queste storie.