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Le cose meravigliose dell'inclita città di Venezia. Riformate, accomodate e grandemente ampliate da Leonico Goldioni

Liguori Editore

Ristampa anastatica (Venezia, Domenico Imberti, 1603).
Napoli, 2003; br., pp. 256, ill. b/n, cm 14,5x20.
(Reprint Tesauro. 8).

collana: Reprint Tesauro

ISBN: 88-207-3333-1 - EAN13: 9788820733339

Soggetto: Arte Libraria (Carte, Mappe, Codici Miniati),Città,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Venezia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.34 kg


Ristampa anastatica dell'esemplare conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia
92.D.219
Le cose marauigliose dell'inclita città di Venetia, riformate, accommodate, & grandemente ampliate da Leonico Goldioni; oue amplamente, & con ogni verità si contengono, & si descriuono vsanze antiche...fabriche, e palazzi...officij, e magistrati...tutti li patriarchi...chiese e monasteri...Con la tauola copiosissima di tutto il contenuto del libro.
In Venetia : presso Domenico Imberti, 1603 (colophon In Venetia : appresso Domenico Imberti, 1603).
[16], 213, [3] pagine : 1 xilografia ; 8°.
Segnatura: a8, A-M8, N12. - Opera anonima attribuita a Francesco Sansovino, con aggiunte di Giovanni Nicolò Doglioni (1548-1629), di cui Leonico Goldioni è anagramma. - Marca (Scudo con una colomba su tre monti) sul frontespizio. - Veduta xilografica di Venezia.
Grande fortuna ebbe questa prima guida storico-artistica della città di Venezia, in formato tascabile, fra la seconda metà del '500 e la fine del '600: fu stampata, infatti, più volte con vari titoli in non meno di 39 edizioni fra ristampe e rifacimenti. La prima edizione fu pubblicata nel 1556 con il titolo Tutte le cose notabili e belle che sono in Venetia...di M. Anselmo Guisconi. Francesco Sansovino, che ne viene ritenuto l'autore celato sotto lo pseudonimo, o perlomeno l'editore, la rielaborò ed ampliò successivamente in forma anonima. Il suo nome compare infatti solo in un'edizione del 1561, alla fine della lettera dedicatoria. Dopo la sua morte, nel settembre del 1583, l'opera riapparve in numerose edizioni con aggiunte di altri, fra i quali Girolamo Bardi, Giovanni Nicolò Doglioni e Giovanni Ziotti.

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