Zungri. Archeologia di un villaggio rupestre medievale nel territorio di Vibo Valentia
Libreria Editrice L'Erma di Bretschneider
Roma, 2021; br., pp. 126, 25 ill. b/n, 25 tavv. col., cm 17x24.
(Studia Archaeologica. 245).
collana: Studia Archaeologica
ISBN: 88-913-2161-3
- EAN13: 9788891321619
Soggetto: Architettura e Arte Civile,Scavi
Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo
Testo in:
Peso: 1 kg
L'area del Monte Poro, in provincia di Vibo Valentia, custodisce una delle più alte concentrazioni di testimonianze rupestri medievali dell'intera Calabria: l'esempio più ragguardevole è sicuramente costituito dalle Grotte degli "Sbariati" di Zungri. L'etimologia del toponimo Zungri sembrerebbe essere di derivazione neo-greca (dal cretese ????????, cioè "aspra rupe", "colle", "roccia") e la più antica testimonianza scritta risale alle "Rationes decimarum" del 1310. Il villaggio rupestre di Zungri è noto a livello locale anche come Grotte degli "Sbariati" (un termine dialettale interpretabile come "sbandati") ed è situato nel versante sud-orientale del colle, dove sorge il moderno centro urbano, su un ampio costone roccioso in una località denominata Fossi. L'area insediativa occupa una superficie di circa 3000 mq ed emerge con un crinale molto ripido sui cui terrazzamenti si distribuiscono circa 40 unità ad uno o più vani, di diverse dimensioni e forma. Esse comprendono abitazioni prevalentemente monolocali (alcune a più piani), impianti produttivi (palmenti, apiari, calcare, ecc), ambienti destinati all'allevamento degli animali, depositi e/o magazzini, sistemi di vasche e canalizzazioni per l'approvvigionamento idrico. I nuovi studi hanno permesso di censire e analizzare in dettaglio 28 unità rupestri, che mostrano chiaramente le tracce di un continuo reimpiego nel corso del tempo, che ha alterato profondamente la loro fisionomia originaria e ha distrutto i depositi stratigrafici più antichi, mediante la pulitura costante dei piani di calpestio.