Uso e abuso delle dediche. A proposito del "Della dedicatione de' libri" di Giovanni Fratta
Edizioni dell'Ateneo
Ghezzano, 2006; br., pp. 156, ill., cm 18x25,5.
(Biblioteca di "Paratesto". 3).
collana: Biblioteca di "Paratesto"
ISBN: 88-8476-129-8
- EAN13: 9788884761293
Testo in:
Peso: 0.46 kg
Il volume presenta l'edizione anastatica, con trascrizione, note e ampio commento critico, dell'opera di Giovanni Fratta "Della dedicatione de' libri", pubblicata nel 1590 a Venezia, per i tipi di Giorgio Angelieri. Si tratta di un dialogo incentrato sul tema delle 'dediche', tema che dalla metà del Cinquecento in poi, acquista visibilità e importanza; ed è proprio con questo breve trattato che si ha una prima formulazione di una embrionale teoria della dedica, in cui la complessa tematica inerente formule, valenze e procedure di destinazione beneficia di una prima sistematica e articolata focalizzazione. Con l'ingresso della stampa nel mondo del libro, il costume di dedicare le stampe a uomini insigni "per dottrina o dignità" diventa sempre più diffuso: dediche indirizzate principalmente a principi, re, nobili, papi e uomini potenti, con l'intento di ottenere una ricompensa, per lo più in denaro, per il dono pubblico elargito. A mano a mano l'importanza delle dediche si consolida: si configura così una sorta di genere letterario, che prevede una struttura sempre più articolata e codificata. Fratta affronta la questione della dedica con grande lucidità e articolazione di argomenti, a conferma di quanto il problema fosse presente nella coscienza dell'uomo di lettere cinquecentesco, ben consapevole dei nuovi scenari editoriali con cui ci si doveva ormai confrontare.