In Egitto e Terrasanta. Note e osservazioni tratte da un giornale di viaggio
Libreria Editrice L'Erma di Bretschneider
A cura di Marco Zatterin e Francesca Veronese.
Roma, 2020; br., pp. 128, cm 11x19.
(L'Eredità dell'Antico. Passato e Presente. 17).
collana: L'Eredità dell'Antico. Passato e Presente
ISBN: 88-913-1988-0
- EAN13: 9788891319883
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Testo in:
Peso: 0.21 kg
In tempi recenti molto - ma non ancora troppo - si è parlato di Giovanni Battista Belzoni, l' esploratore padovano cui è legata la riscoperta dell' Egitto faraonico. Nel 2019 la sua città natale gli ha infatti dedicato una grande mostra, con lo scopo di riportare l' attenzione su questo personaggio curiosamente poco ricordato e un po' controverso, su cui nei tempi è calata una sorta di damnatio memoriae. Al di là di ogni considerazione, ciò che non si può tacere è che il "grande Belzoni" fu il precursore della moderna egittologia: primo europeo a mettere piede in luoghi che oggi sono divenuti note mete turistiche, riuscì a compiere le imprese impossibili che lo hanno reso famoso sottoponendosi a sforzi fisici enormi e a condizioni di vita durissime, quasi al limite dell' insostenibilità. Ma Belzoni non fece tutto questo da solo. Al suo fianco ci fu sempre Sarah, discreta e misteriosa donna inglese che egli sposò nel 1803. Sarah fu per Giovanni un grande amore e una vera 'consorte' (con-sors), pronta a condividere gioie e difficoltà nel nome dell'avventura. Ma fu anche una donna intraprendente, che non esitò a viaggiare da sola in mondi sconosciuti. Che non esitò a travestirsi da uomo per entrare in una moschea della Terra Santa. Che si abituò a fumare la pipa e a maneggiare le armi. Che seppe difendersi dagli attacchi dei malintenzionati ed entrare felicemente in relazione con il mondo delle donne incontrate nelle terre lontane esplorate accanto al marito. E che decise di raccontare le sue considerazioni in un saggio, uscito a stampa nel 1820 a Londra, per il tipi dell' editore Murray. Ne emerge un piccolo trattato di antropologia in prospettiva femminile, denso di osservazioni acute, che restituisce il lato umano della straordinaria protagonista di queste vicende. Tradotto ora da Loredana Fenoglio e commentato puntualmente da Marco Zatterin, che delle vicende belzoniane è profondo conoscitore, il saggio di Sarah Belzoni colpisce per l' immediatezza del racconto e per le curiosità narrate. E trasporta il lettore in un viaggio denso di fascino, in un mondo popolato da un' infinità di donne - giovani, vecchie, belle e a volte "più brutte delle streghe di Macbeth" - che ancora oggi non finisce di sorprendere