La dimensione postimperiale della storia moderna dei Balcani
Scienze e Lettere
Conferenza tenuta a Palazzo Corsini, Roma, 22 maggio 2019, Aula di Scienze Morali dell'Accademia Nazionale dei Lincei - Il Novissimo Ramusio.
Roma, 2022; br., pp. 32, cm 14x21.
(Novissimo Ramusio. 4).
collana: Novissimo Ramusio
ISBN: 88-6687-220-2
- EAN13: 9788866872207
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"Il volume che segue il quarto della nuova serie delle Conferenze ISMEO contiene sostanzialmente, con qualche minimale intervento redazionale e con laggiunta dellindicazione dei principali riferimenti bibliografici, il testo della conferenza sul tema La dimensione postimperiale della storia moderna dei Balcani che fu tenuta dallautore a Palazzo Corsini il 22 maggio 2019, nellAula di Scienze Morali del- lAccademia Nazionale dei Lincei, alla presenza del Presidente della classe prof. Roberto Antonelli, su invito di ISMEO e dellAccademia stessa. Il prof. Oliver Jens Schmitt insegna Storia dellEuropa sud-orientale allUniversità di Vienna, ed è stato eletto nel 2017 Presidente della Classe storico-filosofica dellAccademia delle Scienze austriaca. Dopo aver studiato Bizantinistica, Neogrecistica, Storia dellEuropa orientale e Filologia greca a Basilea, Vienna, Berlino e Monaco, ha avuto diverse esperienze di insegnamento e ricerca in importanti sedi europee, inclusa lItalia. E ben noto ai lettori italiani, come prova la sua recente produzione in lingua italiana: Comunità e società nel Commonwealth veneziano (con G. Ortalli e E. Orlando, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2018), Gli albanesi (Il Mulino, 2020) e I Balcani nel Novecento. Una storia postimperiale (Il Mulino, 2021). Il filo rosso che segna gli studi del prof. Schmitt, ripreso in molte delle sue pubblicazioni, nel volume sui Balcani del Mulino e nella Conferenza Lincea che qui presentiamo, si distingue nettamente nelle parole che seguono, tratte da uno dei passi della conferenza dove è stato discusso il tema della legittimità della collocazione di una cesura epocale allanno 1918, anno finale della Prima guerra mondiale e riferimento simbolico del processo che condusse tra il 1917 e 1923 alla scomparsa degli imperi russo, austro-ungarico e ottomano: una periodizzazione che distingua tra un periodo imperiale prenazionale e un periodo di nazionalismi e stati nazionali non corrisponde alla realtà storica. Al contrario, il nazionalismo, e anche la violenza di ispirazione nazionalista, nacquero proprio negli imperi, e le linee di continuità tra imperi e stati nazionali sono fortissime sotto questo aspetto. La recente ricerca sulla prima guerra mondiale ha evidenziato come gli imperi abbiano scatenato il nazionalismo con ladozione di misure drastiche contro gruppi fino ad allora considerati leali lImpero russo cominciò a sospettare dei Tedeschi anche se servivano fe- delmente, come le élites baltiche di lingua tedesca, nellesercito russo, mentre lImpero absburgico fece sopprimere migliaia di Ruteni e di Serbi e installò campi di concentramento per vari gruppi etnici, e lImpero ottomano soppresse più di un milione di Armeni. Molto opportunamente lautore richiama spesso il nuovo atteggiamento storiografico (originato anche dallapparire sulla scena mondiale di nuove entità multietniche e transnazionali come lUnione Europea) nel quale si assiste a un risvegliarsi degli interessi per aspetti meno evidenti delle formazioni imperiali che spinge a riconsiderare la transizione tra stati imperiali e stati nazionali, finora concepita solo come sostanziale rottura preliminare a un nuovo inizio. Anche negli studi antichistici si riscontrano analoghi e simmetrici interessi che stanno profondamente segnando il campo di studi che Santo Mazzarino definiva la fine del mondo antico. Nel caso particolare dei Balcani, sui mutamenti di prospettiva storiografica influiscono anche specifici fattori geopolitici tali per cui, analizzata dalla parte più avveduta della classe politica e istituzionale italiana, la regione dei Balcani Occidentali rappresenta un importante patrimonio nella cui rappresentazione concorrono la vicinanza geografica, i rapporti storici e la necessità di intervenire in prima persona allindomani dellimplosione dellex Jugoslavia e del quasi collasso dellAlbania allinizio degli anni 90 del secolo scorso. LItalia, attraverso le sue istituzioni politiche e militari, la cooperazione allo sviluppo, il comparto economico e la società civile, è stata quindi spinta ad occuparsi in maniera sempre crescente dei Balcani Occidentali, senza però che, dopo il lancio ufficiale della prospettiva europea per la regione al vertice UE-Balcani Occidentali tenutosi a Salonicco nel giugno 2003, siano state discusse strategie di ampio respiro che permettano di delineare disegni paralleli di interessi nazionali ed interessi europei nella regione... (dalla premessa di ADRIANO V. ROSSI - Presidente, ISMEO) F.to 14x21, pp. 32 "