Mon ictus mis à nu. Nascita e sviluppo della coscienza crepuscolare
Eraclea Libreria Sportiva
Roma, 2024; br., pp. 96, ill.
EAN13: 9791281665026
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
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«Quando il fulmine di Zeus colpisce genera il vuoto, l'assenza di vita. Da questo vuoto occorre raccogliere i frammenti del passato, rigenerarsi, anche con un poco di fantasia». L'agguato dell'ictus e la lenta ripresa, in un racconto che per precisa volontà dell'autore ignora cure e terapie per esplorare i sentieri dell'inconscio, vera guida dell'essere umano. L'ictus non è altro che la terribile risposta dell'inconscio all'ybris dell'uomo, un atto di presuntuosa sfida. «La mia ybris - si legge - furono le cene all'Oasis, a La Napoule, le ostriche di Cancale e gli astici blu, furono le suites del Majestic di Cannes o del Normandie di Deauville, del Ritz di Londra o del Waterside Inn di Bray on Thames». Si poteva prevenire? «No o forse sì, ma con grandi rinunce, o forse sapendo cedere consapevolmente al giusto momento, altrimenti si poteva solo attendere». Il racconto, in cui entrano a vario titolo Sant'Agostino e Prometeo, Strauss e Ravel, Ulisse e la Rivoluzione Francese, non vuole mai «commuovere o indurre a una partecipazione emotiva»; semmai, riscrivere la vita e rintracciare in «un salto nell'amore» la sola salvezza possibile.