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Il fantastico in «Robinson Crusoe». Daniel Defoe e la ragione trasfiguratrice

Edizioni Carocci

Roma, 2010; br., pp. 109, cm 15,5x22,5.
(Lingue e Letterature Carocci. 122).

collana: Lingue e Letterature Carocci

ISBN: 88-430-5452-X - EAN13: 9788843054527

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Europa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.149 kg


Daniel Defoe, rappresentante di una stagione del pensiero etico-politico moderno, è uomo di svolta tra l'aspetto del razionalismo illuministico del suo tempo e l'aspetto, solo in apparenza in contraddizione col primo, del mistero con cui l'uomo deve confrontarsi tipico della mentalità protestante. In Defoe, l'interpretazione diretta delle verità religiose, quali appaiono alla coscienza, include sia la fede nel divino, in un Dio di Ragione che illumina le coscienze e ispira il bene, sia l'eredità popolare delle superstizioni, delle stregonerie, della diabolicità del male. Tutta questa tensione è in sintonia col suo spirito di osservatore partecipe di un mondo mercantile aperto all'avventura e al rischio dell'esplorazione, che si misura con l'insicurezza costitutiva del cosmo e delle sue forze oscure, misteriose e non governabili, per quanto disponga di un faro di orientamento e di giudizio quale lo spunto religioso e filosofeggiante dell'Illuminismo. "Robinson Crusoe" è un grande esperimento di questa architettura di credenze e di presupposti, che si rivelano in tutta la loro dialettica tra avventura e naufragio, tra ragione e oscurità, tra mistero e riscatto, tra etica e istinto.

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