La sopravvivenza degli antichi dei. Saggio sul ruolo della tradizione mitologica nella cultura e nell'arte rinascimentali
Bollati Boringhieri
A cura di Niccoli G.
Traduzione di Gonnelli Niccoli P.
Torino, 2015; br., pp. XXIX-464, ill., cm 12x24.
(Saggi. Arte e Letteratura).
collana: Saggi. Arte e Letteratura
ISBN: 88-339-2668-0
- EAN13: 9788833926681
Soggetto: Architettura e Arte Religiosa,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Extra Europa
Extra: Religione e Arte Religiosa
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Oggi sappiamo che le divinità pagane non sono mai morte. Che l'idea di una rinascita quattro-cinquecentesca dell'antico pantheon dopo secoli di eclisse è tanto trionfale quanto priva di fondamento. Se la storiografia artistica ha riannodato i legami tra Medioevo e Rinascimento è merito soprattutto di un giovane studioso che nel 1940, in piena guerra, ha dato alle stampe questo saggio ai tempi assolutamente pionieristico, in cui lo schema oppositivo morte-resurrezione lascia il passo al principio continuista della sopravvivenza. Nel suo «libro di giovinezza», dal ricchissimo corredo illustrativo, Jean Seznec ha profuso infinite ricognizioni di miniature, scritti astrologici, enciclopedie, trattati e monumentali cicli figurativi, documentando come durante il lungo transito medievale gli dei dell'antichità avessero conservato attributi riconoscibili, nonostante l'iconografia barbarizzata e cristianizzata. Fossero sopravvissuti, insomma, alla stregua di «incarnazioni di idee». Con l'arte rinascimentale quelle divinità ripresero il loro lontano aspetto. Sulle pareti e nelle volte dei palazzi, o nelle cupole delle cappelle, i contenuti ancora vivi si ricongiunsero alle forme precedenti: irriducibile alla pura funzione decorativa, un intero «universo di dei planetari, di eroi e di allegorie» reclamò la propria ascendenza. E fino a Seznec serbò il segreto del proprio debito nei confronti del Medioevo. Presentazione di Salvatore Settis.