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Gli ultimi re di Roma. La dinastia etrusca che governò la Città Eterna

Gangemi Editore

Roma, 2018; br., pp. 352, ill., cm 17x24.
(Le Ragioni dell'Uomo).

collana: Le Ragioni dell'Uomo

ISBN: 88-492-3547-X - EAN13: 9788849235470

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità,Saggi Storici

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Roma

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.15 kg


Quando il passato può dirsi davvero passato? Anche da questa domanda e dalla relativa risposta trova la sua origine questo libro sui re Tarquini di Roma. Ai fatti narrati da Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso la voce narrante - il dotto bibliotecario imperiale Marco Quinzio Spurinna - aggiunge il motore occulto della brama di potere, simboleggiata dal tesoro trasmesso da Demarato ai Tarquini. Una fitta trama di sogni rivelatori o profetici percorre l'intera storia e fa da tramite con il mondo iperuranio e ultrasensibile degli dei e proprio in uno di questi messaggi Collatino vedrà l'origine della prossima gloria - ma anche della futura caduta di Roma - nel tesoro reso maledetto dai crimini del Superbo e della folle moglie Tullia. Vale però anche il detto "E pluribus unum": proprio dal travaglio del periodo regio nascerà - non più latino sabino o etrusco - il civis romanus, mentre come esito finale di questo antico processo di sincretismo culturale e globalizzazione mediterranea giungerà - dopo il tempo dei re e della res publica - quello dell'impero. Vi è quindi, al cuore di tutto, la centralità dell'asylum e dell'accoglienza allo straniero, persino ai suoi dei e alla sua religione - pur sempre con il costante e saggio limite della invalicabile sottomissione alla Legge dello Stato; vi è la questione del rapporto tra potere civile e potere religioso; vi è la relazione - misteriosa eppure vivissima - tra mondo degli uomini e mondo degli dei; vi è la grande filosofia ellenica e l'affascinante "Weltanshauung" del mondo arcaico. Gli antichi invero ritenevano che al volgere di un Grande Anno - fatto di secoli o ere più che di giorni o ore - potessero ripetersi epocali eventi del passato. Siamo forse ora alle soglie di un nuovo Grande Anno? Non sarebbe opportuno riflettere - e molto - sulle lezioni del passato, anche di quello apparentemente più remoto? È dunque possibile, alla fine di tutto, affermare con certezza che il passato dei re Tarquini di Roma sia veramente passato?

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