Dipingere per profitto. Le vite economiche dei pittori nella Roma del Seicento
Roma, 2016; br., pp. 212, ill. col., tavv. col., cm 15,5x21,5.
(Saggi di Storia dell'Arte. 48).
collana: Saggi di Storia dell'Arte
ISBN: 88-98229-64-X
- EAN13: 9788898229642
Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Lazio,Roma
Testo in:
Peso: 0.4 kg
In questo libro molto originale, Richard Spear indaga sul mondo finanziario di pittori che lavoravano a Roma durante il Barocco, concentrandosi non sui committenti o sulle collezioni ma sui pittori stessi. Esplora le numerose variabili che determinavano i prezzi richiesti o ricevuti dai pittori, compresa la posizione sociale dei loro committenti, la misura delle opere e il numero delle figure, il tempo impiegato a eseguire i dipinti, la gerarchia dei generi (quadri di storia, ritrattistica, genere, paesaggi, e nature morte), e come questi e altri fattori influenzavano i prezzi. Attingendo dai dati dei trattati di questo periodo, specialmente da Mancini, Baglione, Bellori, Passeri e Pascoli, e, soprattutto, dai prezzi documentati nei contratti e nei pagamenti, Spear esplora la posizione socio-economica sia di pittori maggiori (come Pietro da Cortona e Salvator Rosa) sia di minori che lavoravano a Roma nel Seicento. Per fare questo, pone domande più ampie, per esempio: quanti pittori operavano a Roma? Qual era all'epoca il costo della vita? Qual era il costo di produzione di un dipinto e, di conseguenza, i guadagni netti invece che lordi, e come facevano i pittori ad aumentare le proprie entrate? Questo studio, riccamente documentato, confuta l'opinione molto succintamente espressa da William Blake che "Dove esiste una qualsiasi prospettiva di Denaro, l'Arte non può progredire".