Il cane di Giacometti
Marcos y Marcos
Milano, 2017; br., pp. 104, cm 13x20,5.
(Le Ali).
collana: Le Ali
ISBN: 88-7168-797-3
- EAN13: 9788871687971
Testo in:
Peso: 0.16 kg
"Da principio scelto come segno di miseria e solitudine, il cane mi pare disegnato adesso come spettro armonico, la linea della schiena che risponde alla linea delle zampe, spettro che sa essere l'esaltazione suprema della solitudine": così Alberto Giacometti diceva a Jean Genet, visitatore del suo atelier, nei primi anni Cinquanta. E l'oscillazione tra solitudine, miseria e armonia, tra luce, stella, tremore e senso d'abbandono, è forse davvero la cifra del nuovo libro di Stefano Raimondi, secondo tassello della sua trilogia dell'abbandono. Esplorare l'abbandono, il senso d'abbandono, dentro le parole e dentro l'orizzonte urbano (due dimensioni che in Raimondi da sempre si intrecciano, già a partire dal libro giovanile La città dell'orto, del 2002), ricercarne le costellazioni di immagini, le risonanze interiori, la voragine di un tombino che si spalanca e il viaggio che tuttavia si apre, in una luce incerta: ecco l'orizzonte di quest'opera, che abbandona, e forse supera, il parallelismo ustionante tra vicenda affettiva e devastazione bellica, così forte nel primo tempo della trilogia, Per restare fedeli (2013). Perché adesso "guardare da qui commuove e parlare non è più parlare. Il vero ci porta via." (Fabio Pusterla)