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La giustificazione sociale dell'imposta. Tributi e determinabilità della ricchezza tra diritto e politica

Il Mulino

Bologna, 2014; br., pp. 774, cm 14x22.
(Percorsi).

collana: Percorsi

ISBN: 88-15-25346-7 - EAN13: 9788815253460

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.793 kg


Che le imposte servano a finanziare le spese pubbliche è osservazione ovvia, meno scontato è invece come debbano essere ripartiti i relativi pesi sulla collettività. I moderni sistemi tributari nascono dalla necessità di fondare la tassazione sulle ricchezze degli individui, sulla loro "capacità" di contribuire ai carichi pubblici, sostenendo un esborso ("ability to pay"), E devono quindi essere in grado di qualificare, determinare e valutare socialmente i diritti proprietari dei singoli, a cui commisurare il prelievo fiscale. L'esenzione del "minimo vitale", la discriminazione dei redditi "non guadagnati" e perpetui, la progressività dell'imposizione, la scelta delle singole manifestazioni di capacità economica da tassare - patrimoni, redditi, consumi - sono alcune delle questioni di cui si occupa questo libro, accomunate da un unico filo conduttore: la misurazione e l'apprezzamento ai fini sociali dei redditi e dei patrimoni individuali, nella prospettiva della tassazione. A questi temi si intreccia il mito della "redistribuzione", dell'utilizzo dell'imposta quale fattore perequativo delle ricchezze private: in apparenza (e per molti) funzione indefettibile e centrale dello strumento tributario, in realtà semplice effetto combinato di prelievo fiscale e spesa pubblica, o tutt'al più contingente opzione di politica legislativa.

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