La responsabilità dello stato-giudice e del magistrato tra garanzie costituzionali e moniti europei
Editoriale Scientifica
Napoli, 2016; br., pp. 278, cm 16x23.
(Ricerche Giuridiche. Nuovissima Serie).
collana: Ricerche Giuridiche. Nuovissima Serie
ISBN: 88-9391-012-8
- EAN13: 9788893910125
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 0.3 kg
L'incremento esponenziale, cui si assiste da tempo, del dibattito sui rapporti tra Corti nazionali e Corti europee e quindi tra giudice nazionale, da un lato, e Corte di giustizia e Corte europea dei diritti dell'uomo, dall'altro, costituisce un dato oggettivo dii agevole interpretazione, se solo si considera il ruolo proprio del potere giudiziario negli ordinamenti moderni, espressione, nella sua fase attuativa, del momento di applicazione, sintesi e garanzia del prodotto posto in essere dal potere legislativo e da quello amministrativo. Ma il dibattito, lungi dal tracciare percorsi argomentativi di comune condivisione, ha determinato un accentuarsi dei contrasti - conseguenza di questo primato, se così si può dire, del potere giudiziario - in un settore, quello dei "diritti fondamentali", nel quale la soluzione dei problemi che si pongono si è manifestata non di certo priva di difficoltà, entrando in gioco valori costituzionali non disposti a recedere di fronte a principi e regole europee con gli stessi non sempre facilmente conciliabili. Il possibile sconfinamento della funzione giurisdizionale "interna" in ambiti non propri o, più in generale, l'eventuale inosservanza di principi e regole di origine esterna, cui detta funzione deve o dovrebbe attenersi nella sua fase attuativa, mette a nudo in tutto il suo spessore la problematica della responsabilità dello Stato, che emerge qualora esso, nell'esercizio di siffatta "sovrana" attività, contravvenga ai vincoli posti dai due richiamati sistemi, specie se con provvedimenti definitivi. L'indagine che si è intesa svolgere, comportando, nell'accertamento di detta responsabilità, l'esigenza di individuare i parametri adottati in materia dagli ordinamenti UE ed interno, oltre che dal sistema convenzionale, non necessariamente sovrapponibili, ma eventualmente confliggenti, ha dovuto affrontare una complessa operazione di regolamentazione dei confini, i cui contorni sono stati resi meno conflittuali dal principio del bilanciamento degli interessi costituzionalmente protetti con quelli espressi dalle Corti sovranazionali.