La riserva a favore del coniuge superstite. Scenari attuali e prospettive evolutive
Napoli, 2022; br., pp. 248, cm 16,5x24.
(Pubblicazioni della Scuola di Specializzazione in Diritto Civile dell'Università di Camerino. 189).
collana: Pubblicazioni della Scuola di Specializzazione in Diritto Civile dell'Università di Camerino
ISBN: 88-495-5024-3
- EAN13: 9788849550245
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.41 kg
Le profonde trasformazioni della famiglia, la pluralizzazione dei modelli di unione, la rilevanza assunta dalla famiglia di fatto e l'accresciuta instabilità della vita matrimoniale impongono una rilettura, in chiave funzionale, della disciplina dei diritti di abitazione e uso a favore del coniuge superstite. L'impianto tradizionale dell'art. 540 c.c., che assegna esclusività all'interesse abitativo del coniuge, in danno alle altre categorie di successibili, pone un problema di diseguaglianza, intesa come inadeguatezza ed incongruenza sostanziale delle scelte operate a livello normativo: il riconoscimento al coniuge superstite di una situazione di privilegio non trova giustificazione al cospetto delle mutevoli forme di rilevanza degli interessi emergenti nei diversificati contesti familiari, ancor piú in una prospettiva sensibile a considerare la tenuta complessiva della disciplina successoria. L'intento di superare le numerose disfunzioni applicative emerse nella pratica invita, sul piano interpretativo, a superare il perimetro formale del dato legislativo e ad accedere alla configurazione della residenza familiare quale diritto concepito non nell'interesse esclusivo del coniuge. È la valorizzazione del ricorso al criterio di ragionevolezza che consente di garantire la conformità della regola contenuta nell'art. 540 c.c. ai princípi e ai valori normativi vigenti e di accordare rilievo alla posizione di soggetti diversi dal coniuge, per offrire il giusto rimedio agli interessi coinvolti. Questa consapevolezza dischiude una prospettiva che, di là da future e auspicabili modifiche legislative, invita non soltanto ad assegnare la giusta rilevanza alla posizione dei figli (soprattutto se particolarmente deboli e bisognosi di tutela) e dei conviventi, liberati da quell'atteggiamento di indifferenza che, per ragioni di giustizia sostanziale, non può più essere perpetrato, ma a favorire anche una maggiore flessibilità dell'istituto mediante la valorizzazione della libertà testamentaria, nonché della previsione della derogabilità qualitativa della riserva, per consentire modulazioni adeguate alle peculiarità delle singole situazioni soggettive.