Mirabilia. La Wunderkammer Contemporanea di Giano del Bufalo
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Firenze, 2022; br., pp. 120, ill. col., cm 12x24.
(FareMuseo.2).
collana: FareMuseo.
ISBN: 88-9280-088-4
- EAN13: 9788892800885
Soggetto: Collezioni,Saggi (Arte o Architettura),Saggi e Studi sull'antichità
Testo in:
Peso: 0.65 kg
"Mirabilia. La wunderkammer contemporanea di Giano Del Bufalo" ripercorre la storia del collezionismo di meraviglie concentrandosi sul recupero di questa pratica nel XXI secolo. A partire dalle protocollezioni di epoca greco-romana fino alle wunderkammern rinascimentali e contemporanee, vengono considerate le implicazioni del meraviglioso a partire dal significato che il termine assunse in epoca medievale, quando cominciò ad essere associato al bizzarro, il curioso, o addirittura il mostruoso. Gli oggetti più singolari e insoliti divengono poi semiofori grazie all'atto del collezionare: significanti di per sé e privi di valore commerciale e d'uso. L'analisi della funzione meditativa e conservativa degli studioli precede l'excursus sui principali protagonisti che tra 1500 e 1600 cominciarono ad allestire i primi Gabinetti di curiosità, prototipi del Museo moderno, in cui venivano ospitati esemplari di naturalia, artificialia, scientifica, exotica e mirabilia. Sono molti gli artisti contemporanei come Giano Del Bufalo che hanno recuperato e ricontestualizzato i concetti di meraviglia e di wunderkammer. Nell'ultimo capitolo le riflessioni teoriche si intrecciano con le testimonianze raccolte grazie alle interviste e alle visite al Castello della Cecchignola e alla Galleria Diorama. La collezione Del Bufalo, composta quasi esclusivamente da artefatti dell'area africana e oceanica, consente una critica antropologica sulle implicazioni del collezionismo di exotica, da sempre accompagnato a sentimenti di orientalismo e di esotismo. Grazie alla sua testimonianza, i mondi intimi e misteriosi dei nuovi collezionisti di meraviglie possono essere portati alla luce, sì da valorizzare i caratteri specifici di questa forma di arte rispetto a quella "tradizionale".