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«Ciò che eravamo...» Diario di una donna serba del Kosovo Metohija. prima, durante e dopo i bombardamenti della Nato del 1999

La Città del Sole

Traduzione di Pejic M.
Napoli, 2009; br., pp. 192, cm 12x21.
(Frontiere del Presente. 20).

collana: Frontiere del Presente

ISBN: 88-8292-448-3 - EAN13: 9788882924485

Soggetto: Saggi Storici,Società e Tradizioni

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.26 kg


Il diario inizia un anno prima dei bombardamenti, nei tempi in cui la UCK si scatena e in cui ogni giorno lascia il territorio almeno una famiglia serba, che non riesce a sopportare il terrore, esercitato dai separatisti albanesi, che non riesce a sopportare l'incertezza e l'ansia sul domani. Sono i tempi del sospetto verso la sincerità e l'autenticità sia dei politici locali, sia dei rappresentanti della comunità internazionale, che, come i visitatori dello zoo, si alternavano e si costruivano una loro idea, sempre condita dagli interessi delle grandi potenze. Sono descritte le distruzioni dei ponti, degli ospedali, delle ferrovie, dei treni con i passeggeri a bordo, delle colonne dei rifugiati. «Come faccio a mettere in una borsa l'anima di casa mia?» L'odio è diventato l'energia politica dei "democratici" del "nuovo Kosovo", tutti ex combattenti dell'UCK, molti dei quali coinvolti in attività criminali. Il Kosovo e Metohija sono stati "puliti etnicamente": dal giugno del 1999, 250.000 serbi, rom e altri non albanesi se ne sono andati, sono state sequestrate 1.300 persone e uccise altre 1.000, distrutte 156 chiese, commessi atti vandalici contro 67 cimiteri. In Kosovo sono rientrati solamente 1.200 serbi.

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