Pussy Riot. Come si fa la rivoluzione
Traduzione di G. Carlotti.
Milano, 2016; br., pp. 176, cm 24x12.
(Serie Bianca).
collana: Serie Bianca
ISBN: 88-07-17309-3
- EAN13: 9788807173097
Luoghi: Extra Europa
Testo in:
Peso: 0.65 kg
È il 21 febbraio del 2012. In Russia, Putin è di nuovo presidente dopo un'elezione che molti sospettano falsata da brogli e intimidazioni, ma che sono in pochi a contestare pubblicamente. Durante la messa nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, tre ragazze saltano su, interrompono la cerimonia, si mettono a cantare a squarciagola una canzone punk, piena di rabbia, oscenità e volontà di denuncia: denuncia del potere criminale di Putin, dell'acquiescenza della Chiesa ortodossa, della sorda e opprimente realtà del nuovo sistema di potere russo, così simile al vecchio. Tutto il mondo si accorge allora dell'esistenza delle Pussy Riot, di cui le tre fanno parte: un gruppo di attiviste radicali, oppositrici del regime putiniano, ma anche portatrici di istanze femministe, che lavorano e si esibiscono in rigoroso anonimato - ma le tre protagoniste della protesta nella cattedrale sono conosciute per nome e cognome, perché sono state arrestate, processate e condannate. Una di loro è Nadja Tolokonnikova. Con una prosa dura, scabra ed esplosiva come un proiettile, Tolokonnikova nel suo libro di memorie racconta come si diventa dissidenti, come si organizza una protesta, come ci si oppone a un sistema sempre più oppressivo e potente, come si fa a non arrendersi mai, neanche in carcere o in un campo di lavoro. Un grido rabbioso e implacabile contro la dittatura di Putin. Una testimonianza in presa diretta di una vita votata a sovvertire l'ordine costituito in Russia. A fare la rivoluzione.