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Eduardo e Pirandello. Una questione «familiare» nella drammaturgia italiana

Edizioni Carocci

Roma, 2014; br., pp. 108, cm 15,5x22.
(Lingue e Letterature Carocci. 179).

collana: Lingue e Letterature Carocci

ISBN: 88-430-7396-6 - EAN13: 9788843073962

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.175 kg


Sul discrimine pericoloso, rappresentato dal teatro come pratica, si gioca questa monografia che legge Eduardo De Filippo - in occasione del trentennale della morte - in filigrana, attraverso l'esempio pirandelliano. Inopinatamente, tuttavia, si potrebbe dire anche il contrario: come non sia possibile leggere, in molti casi, Pirandello, se non a posteriori e, in particolare, attraverso l'esempio di Eduardo. La genealogia Pirandello-Eduardo, familiare nel senso anche di "consuetudinaria" (con tutti i rischi connessi a una lettura "pigra" di ciò che sembra costantemente, nonché grossolanamente, sotto i nostri occhi), si muove spesso sul terreno insidioso e affascinante di un altrove non precisato, basandosi sulle ragioni della morte più che su quelle della vita. La morte che interviene come campitura privilegiata dell'ultimo discorso di Eduardo: il discorso sul "gelo" di quelle "abitudini teatrali" inscritte dentro il blasone della tradizione italiana e, in particolare, dentro la "crudeltà" del costume attoriale del maggiore dei De Filippo.

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